lunedì 18 febbraio 2008

L’EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
A cura di: Leo “Grant” Damerini

CORRIERE DELLA SERA
"Greek", una finestra sui luoghi comuni
"I telefilm servono anche a questo: a conoscere realtà che non ci appartengono, estranee alla nostra cultura eppure così importanti per altre. Quando uno studente americano va all' università, specie se in provincia, entra a far parte di una confraternita: esce dalla sua famiglia ed entra in un' altra, la famiglia dei pari età. Le confraternite, che popolano i college statunitensi e sono dette greek perché normalmente indicate con tre lettere dell' alfabeto greco, servono alla matricola (freshman) per entrare in un gruppo, per essere iniziati alla vita di società, per compiere una sorta di rito di passaggio. E spesso, pur tra goliardate e involontarie parodie della vita aziendale, la confraternita resta un legame così forte da segnare tutta una vita professionale. Da noi, morta la goliardia, sono nati i gruppi politici, tipo sancarlini e alternativi, o movimenti di ispirazione religiosa. Creata da Patrick Sean Smith, 'Greek. La confraternita' è un grande successo di ABC Family, che dopo 'Smallville' e 'Kyle XY' si conferma leader nell' adattare su schermo l' immaginario e le problematiche dei teenager. 'Greek', insomma, è una finestra sul mondo dei college americani, in cui convivono esperienze amorose e giochi di potere. Fedele al genere (sia a quello dei teen drama che a quello dei college movie, tipo 'Animal House'), 'Greek' gioca molto sui cliché, sui luoghi comuni. Comuni agli americani, non altrettanto a noi.
(Aldo Grasso, 05.01.2008)

LA REPUBBLICA
"Shark", il timbro dello squalo
"'Shark' è un telefilm col timbro dell'impeccabile, ben cucito attorno a James Woods, attore di lunghissimo corso, una sorta di Christopher Walken minore, ma dotato di senso. Il primo episodio lo ha girato nientemeno che Spike Lee: il bello è che il secondo era anche migliore".
(Antonio Dipollina, 08.01.2008)

OGGI
"Italians are better": la 'nazista' Kate dixit

"La mia nonna materna si chiamava Concetta Carmona e veniva dalla Basilicata (si chiama Basilicata, vero?); mio nonno era siciliano: credo di aver ereditato caratteristiche italiane. Gesticolo quando parlo, mi piace tanto la moda, adoro mangiare e cucinare. Mi baso molto sui sensi, insomma. E queste, secondo me, sono le vostre caratteristiche: vi vedo come persone tendenzialmente appassionate, un pò meno razionali però più emotive...I miei capelli rossi? in realtà non sono rossa naturale, sono castano chiaro. A un certo punto mi ero tinta di biondo per una pièce a Chicago: impersonavo una nazista. Mi ricordo che dagli uomini ricevevo un'attenzione cui non ero abituata. Il colore dorato mi faceva apparire più carina, più 'morbida'. Purtroppo non mi sentivo me stessa: sono sempre stata una ragazzaccia grintosa".
(Kate Walsh, 16.01.2008)

PLAYBOY (USA)
"30 Rock": la vendetta della brunetta di "Tre Cuori in affitto"!
"Il calco dal quale trae origine '30 Rock' è 'Mary Tyler Moore'. Riaggiornato con il punto di vista della mia generazione, tracciando nella sabbia una linea che divida quello che è giusto e quello che non lo è, tra il conservatorismo e il progressismo, con un punto di vista femminista che irride i classici ideali. Da ragazzina guardavo 'Tre cuori in affitto' e m'incavolavo. Non potevano dare la parte della brunetta a Jaclyn Smith? Perchè tutti gli uomini volevano portarsi a letto la bionda? Era uno stereotipo. Joyce DeWitt era bravissima ma l'avevano volutamente pettinata male, con un maglione da basket e pantaloni assurdi. Mi ripromisi di 'vendicarla'. Del resto oggi puoi avere un personaggio forte come Carrie Bradshaw di 'Sex and the City' che dice le più condivisibili verità mentre le esprime in sottoveste alla finestra...".
(Tina Fey, Gennaio 2008)

LA REPUBBLICA
L'inimitabile grazia di Colombo

"Le vicende del tenente Colombo, il suo sospetto improvviso, i minimi indizi, le oscure certezze, le nebbie, le sorprese, le distrazioni, le convinzioni rafforzate, i suoi inganni, le sue finte ingenuità, le sue astuzie, le sue truffe, producono a volte una suspense quasi insostenibile. Nei gialli di tipo 'matematico', ai quali la serie appartiene, il protagonista è di solito avvolto da un profumo alto-borghese, o intellettuale, o lievemente snobistico. Coltissimo e squisitissimo, Sherlock Holmes ha modi alla Oscar Wilde. Anche in Miss Marple, per non dire in Hercule Poirot, si avverte una buona famiglia e ottimi studi. Invece, il tenente Colombo, italo-americano, fa parte di una razza lungamente vilipesa e talvolta calunniata. La sua cultura deriva dalla televisione popolare. Come salvarsi da lui? Come proteggersi da qualcuno che combina l'istinto medianico con la raffinatezza razionale, che gioca con la sopraragione, o l'antiragione, e la ragione? Il povero colpevole si nasconde in un angolo; e finalmente capisce che il piccolo elfo italiano ha giocato con lui, con inimitabile grazia, la parte terribile del destino".
(Pietro Citati, 09.01.2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare che la Poggialini su Tv Sorrisi, ha sparato a zero sulla sitcom How i met your mother. Per i motivi sbagliati (titolo sciocco, risate finte), che non dipendono certo dalla sitcom, ma dalla incompetenza di Mediaset.
Qualche motivo migliore?
Poteva anche aggiungere l'adattamento italiano ai limiti del sabotaggio.

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