lunedì 21 maggio 2007

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sulle serie tv dai giornali italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"Ugly Betty", capolavoro di arte moderna
""Il diavolo veste Prada», certo; la favola del brutto anatroccolo, certo; la telenovela colombiana «Betty la cozza (Yo soy Betty la fea)», certo. Qualche altro riferimento colto? Non è difficile trovarlo. Sta di fatto che «Ugly Betty» la sitcom creata da Salma Hayek, incrocia alcune grandi questioni sociali del presente: il tema dell' integrazione e della diversità (Betty Suarez è un' ispanica che vive nel Queens e per una serie di circostanze si trova catapultata a Manhattan, direttamente nel mondo della moda, come assistente del direttore di una rivista tra le più fashion), il mobbing, la terribile vita d' ufficio, sempre così spasmodicamente alla ricerca della vittima sacrificale («la capra espiatoria» dice Betty); il duro confronto con la categoria metafisica delle «stronze». E le svolge con grande umorismo, persino con un vago senso del mistero (sullo sfondo c' è un terribile segreto che a poco a poco si svelerà). Nonostante il suo aspetto poco attraente (sancito dal più spietato dei finti complimenti, «bella dentro»), Betty (America Ferrera) riesce a farsi strada nel mondo della moda diventando l' assistente personale dell' editore capo di «Mode», il magazine della moda per eccellenza, Daniel Meade (Eric Mabius), ma non è stata scelta per le sue qualità lavorative. Bradford Meade (Alan Dale), magnate dell' editoria e padre di Daniel, infatti, ha scelto di persona Betty come assistente del figlio per evitare che Daniel, la fama di inveterato donnaiolo, se la porti a letto. «Ugly Betty» (Italia 1, venerdì, ore 21) ha la grazia del tragicomico, strappa risate puntando sull' effetto «fuori luogo» (la ragazza è il classico pesce fuor d' acqua: incapace di accostare i colori, veste in vistoso ritardo abiti da bancarella anni Settanta-Ottanta, e non si fa mancare gli occhiali spessi, l' apparecchio ai denti, qualche chilo in esubero), ma regala anche aiuti terapeutici a chi non ha risolto i suoi problemi con le cravatte sbagliate, con la stronzaggine dei compagni di lavoro, con l' inferno del cosiddetto look. Betty è talmente brutta da sembrare un capolavoro dell' arte moderna".
(Aldo Grasso, 20.05.2007)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Splendido telefilm...

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