sabato 3 febbraio 2007

FLASHBACK - Bentornati a "Twin Peaks" - Quarto capitolo del viaggio nell'America dark di provincia di David Lynch. Cosa c'entrano gli Ewing di "Dallas" con i Palmer? Leggete e scopritelo...A cura di Elena Palin

"Dallas" in "Twin Peaks"

“Twin Peaks è la televisione americana di oggi, il dopo-Dallas. Perché, se la soap più famosa degli anni Ottanta ha stretto alleanza con il perfido J. R., ribaltando i tradizionali schieramenti televisivi, a Twin Peaks il male non ha né antagonisti né rughe, ma “rosse guance”, e mentre la cattiveria di Dallas è rassicurante quella di Twin Peaks è sconvolgente, perché al contrario smaschera la profonda corruzione del telespettatore.”[1]
Quando parla di "Dallas", Aldo Grasso si riferisce al primo serial che dopo l’exploit degli intrighi di "Peyton Place" riesce a conquistare il prime time americano. Il feulleiton creato da David Jacobs andò in onda per la prima volta il 2 aprile 1978 sulla CBS e, al di là di ogni previsione (doveva durare solo cinque settimane), si protrasse fino agli anni ’90. Nel gennaio del 1991 il ranch in cui erano ambientate le vicende venne venduto e trasformato in un luogo di culto per i turisti. Da qui la prima analogia con "Twin Peaks": se la cittadina di Dallas esiste realmente, al contrario della placida provincia lynchana, ciò non toglie che la regione boscosa del Nord-Ovest, a qualche miglio dalla frontiera canadese, sia diventata meta di pellegrinaggi per tutti i fan delle “vette gemelle”.
Ma non si tratta dell’unico punto in comune tra la saga texana di una famiglia ossessionata dai soldi, dal sesso e dal potere, che possiamo ritrovare all’interno del nostro serial.
Le vicende di "Dallas" ruotano attorno all’impero della Ewing Oil e, soprattutto, attorno alle malefatte del suo crudele erede J.R, definito senza mezzi termini “l’uomo che tutti amano odiare”. Una spietata devozione all’espansione del suo impero giustifica le sue principali debolezze: alcool, corruzione e belle donne.[2]
In queste sue caratteristiche ritroviamo subito la matrice di un personaggio spregiudicato e con sete di potere come Benjamin Horne, il proprietario del Greath Northern Hotel di Twin Peaks. Anche lui mira ad espandere il suo regno, al punto di intrattenere rapporti con delinquenti locali come Leo Johnson e i fratelli Renault e con Blacky, la maitress del One-Eyed-Jacks. Anche lui si serve delle sue relazioni sentimentali per ottenere ciò che vuole: ad esempio, nella prima puntata lo vediamo complottare con Catherine Martell alle spalle di Josie Packard per impossessarsi delle segherie di proprietà di quest’ultima.
La scena si apre su uno specchio nel quale è riflessa l’immagine di un uomo che si sta rivestendo e di una donna sdraiata in un letto. In sottofondo corre una musica angosciante, di morte, che nel corso degli episodi accompagnerà di frequente la presenza in scena di questi due personaggi.
La donna in questione è Catherine Martell che dal letto domanda infastidita: ”Perché devi sempre scappare via?”. L’uomo non risponde direttamente alla domanda, ma, con l’astuzia che lo caratterizza, sottolinea: ” Sono stato qui per più di un’ora”. Ma Catherine non è disposta a farsi prendere in giro: ”C’era un periodo in cui rimanevi qui tutto il pomeriggio!”. A questo punto l’uomo si gira e ci svela la sua identità: si tratta di Benjamin Horne, che, come suo solito, cerca di raggirare chi lo circonda. "Con il dolce trascorrere del tempo queste ore sembreranno lunghissime… come dei giorni!” dice. Il dialogo prosegue con un vivace botta e risposta tra i due, che potrebbe benissimo essere stato estrapolato da un feuilleton come Dallas.
C: ”Raccontala a qualcun altro. Non sono la principessa che aspetta il principe chiusa in casa”.
B: ” Scusami tanto. Non volevo offendere la tua sensibilità femminile.”
C: ”Oh no, è colpa mia. Ho confuso molto spesso quello che è il dovere con il piacere.”
B: ”Tesoro!” si avvicina al letto e, mentre sorseggia un bicchiere di champagne, allarga le braccia: ”E’ la stessa cosa anche per me”.
Lei, di rimando, acida: ”Non voglio sentirmi chiamare tesoro! Non sono un’adolescente”. Poi, messa da parte la gelosia, porta la discussione sul punto centrale del loro rapporto: “Qual è la prossima mossa?” domanda. E subito dopo: “Dobbiamo procedere!”.
B: ”Forse non dovremmo fare nulla. Qualche altra tragedia locale e Josie riuscirà a far colare a picco la segheria con le sue mani” dice, versandosi un altro bicchiere di vino.
Catherine ripete di non essere disposta ad aspettare tanto tempo e dunque Benjamin mostra tutta la sua indole “alla J.R”: ”Forse è arrivato il momento di accendere un piccolo fuoco” insinua. A questo punto tra i due inizia un dialogo, intriso di doppi sensi e sottointesi, in cui il rapporto sentimentale e la relazione lavorativa si fondono in un unicum:
C:”Stai parlando di dovere o di piacere?”
B: “Sto parlando della segheria Packard”
C: ”C’è… C’è tanto tanto legno dappertutto lì….”
B: ”Una scintilla vagante… Una sera…”
C: ”Una di quelle sere in cui Pete sarà andato fuori a bersi una birra…”
B: ”Ora mi ricordo…di quando rimanevo qui una giornata intera…”
La scena si conclude con un bacio appassionato tra i due, accompagnato sempre da una musica inquietante.

Ma il male che c’è a Twin Peaks non veste solo i panni di Benjamin Horne, la stessa Laura Palmer, come ho precedentemente dimostrato, non può assurgere al ruolo di “candida puella”. La reginetta del liceo, che è stata ripescata dal lago priva di vita, trova una degna antenata proprio in "Dallas": Kristen Shepard, la giovane cognata di J.R., nella settantasettesima puntata della quarta stagione viene trovata morta nella piscina di famiglia.
Aver nominato Kristen permette un altro collegamento tra "Twin Peaks" e la soap di Jacobs: la ragazza, anche lei per nulla innocente, verrà ricordata come una delle –aspiranti- assassine più famose della storia della soap. Infatti, l’ultimo episodio della seconda stagione si conclude con un attentato a J.R. e il, o meglio la, colpevole si rivelerà solo all’inizio della stagione successiva davanti a 85 milioni di americani. Anche la prima stagione del serial di Lynch si conclude con un colpo di pistola: a cadere a terra, in questo caso, è il detective Dale Cooper. E anche lui si rimetterà all’inizio della stagione successiva che, però, per una serie di motivi di cui parleremo più avanti, avrà meno fortuna di quella della saga texana.
(Vedi anche Post precedenti: 11, 19 e 26 gennaio 2007)

[1] Aldo Grasso, “Storia della televisione italiana”, Garzanti 2004[1]
[2] L. Damerini, F. Margaria, “Dizionario dei telefilm”, Garzanti 2004

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'accostamento c'è

Anonimo ha detto...

Il viaggio dentro Twin Peaks è molto interessante: quante tappe saranno? e ne sono di cose da dire...Complimenti comunque!

ele ha detto...

Ciao a tutti!sono elena, l'autrice di queste pagine su Twin Peaks che Leo ha trasformato in un viaggio a tappe. Colgo l'occasione per ringraziare i lettori che in queste settimane si sono complimentati con me e anche per invitare ad esprimere i vostri punti di vista in merito, anche qualora fossero discordanti, perchè sono del parere che ci siano diversi modi di vedere e interpretare una fiction!
Comunque,ci saranno ancora un bel po' di tappe...a presto!

Anonimo ha detto...

Grazie a te elena per lo splendido lavoro su un meraviglioso telefilm. Continua così!

Marcello

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