giovedì 7 dicembre 2006

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti dai giornali italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
Tutti "Lost" nel mare di password di un finale fantasmagorico
"Se la serie continua, quando si arriva al finale di stagione, inevitabilmente entra in scena la trovata linguistica del cliffhanger (letteralmente, l'orlo del burrone), ovvero la sospensione narrativa. L'ultima puntata della seconda stagione di 'Lost' (Fox, lunedì, ore 21) vedeva appunto all'opera la sontuosità del cliffhanger, la moltiplicazione degli interrogativi. Quale la ragione della caduta del volo 815 della Oceanic? Chi sono i misteriosi abitanti dell'isola? A cosa servono gli strani bunker? Cosa vogliono da Jack (Matthew Fox) e compagni? Dove va Michael (Harold Perrineau), ora che ha tradito i suoi amici per riabbracciare suo figlio Walt (Malcolm David Kelle)? Cosa significano quei nomi di filosofi? Cosa succederà dopo che nella botola non è stato premuto il tasto «invio» del computer? 'Lost' è una fantasmagoria di interpretazioni e di continui ribaltamenti, nonostante il tema dominante degli autori (J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber) sia uno solo: nella vita nulla accade per caso (ma intanto il destino fa la sua parte). E dunque, da qualche parte, ci deve pur essere una risposta, anche se nascosta, anche se perduta o sperduta, alle molte domande. Quella oscura forza magnetica che tutto attrae a sé è anche il nostro filo conduttore: ci sono più storie che si muovono in contemporanea (questa la grandezza e l'unicità della serialità americana), ci sono più storie che si muovono in una costruzione ad abisso (sembra sempre che ogni azione sia sorvegliata da un'altra e vada a incastrarsi in un vertiginoso gioco a specchi), ci sono più storie che cercano in un dettaglio (magari un libro di Charles Dickens, “Our Mutual Friend”, un romanzo dominato da colpe e delitti commessi per denaro ma dove, alla fine, l'amore vince) il loro definitivo riscatto, cioè la nostra comune interpretazione.Nella geografia emotiva del paesaggio televisivo, 'Lost' non è decifrabile che frammento per frammento: l'insieme è un ricovero misterioso di password davanti a una porta chiusa che nessuna di quelle «parole chiave» riesce, per ora, ad aprire".
(Aldo Grasso, 06.12.2006)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so se il labirinto creato da Abrams sia solo un paravento per stordire, ma il racconto è senza dubbio emozionante. I flashback sono orchestrati benissimo e meriterebbero un approfondimento specifico.

Anonimo ha detto...

Ho visto il finale, semplicemente fantastico! Spero che la terza serie sia all'altezza di questa (molto più bella della prima). GRANDE LOST!

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