martedì 21 novembre 2006

NEWS - Ultima ora, è morto Robert Altman, il regista di "MASH" (il film), nato dietro la cinepresa dei telefilm "Bonanza" e "Alfred Hitchcock presenta"
Il grande regista americano Robert Altman e' morto in un ospedale di Los Angeles. Ne ha dato
notizia poco fa un portavoce della sua societa' di produzione.

IL RITRATTO
(di Giorgio Gosetti) - La sua immagine di gentiluomo del Sud, di anarchico solitario e lucido intellettuale rimane perfino piu' impressa nella memoria di quella del suo cinema, che a intervalli regolari ha marcato profondamente la creativita' di Hollywood e dintorni. Alto, imperioso, con gli occhi chiari e un pizzetto degno di Buffalo Bill, una canna di bambu' a sorreggerne il passo divenuto incerto con gli anni, Robert Altman appartiene a quella schiera di registi che l'Europa ha fatto grandi e l'America ha spesso misconosciuto ma e' anche il piu' spesso interprete delle contraddizioni e dei miti culturali del Nuovo Mondo. Era nato a Kansas City, Missouri, nel 1925, e aveva studiato dai gesuiti. Come molti registi americani arrivo' al cinema per caso dopo aver combattuto nell' aviazione americana durante la guerra (pilotava i celebri B-24 'Liberator'), aveva scritto per la radio e per una societa' produttrice di film industriali. I rudimenti della regia li imparo' come documentarista e come sceneggiatore ma fu un gestore di sale cinematografiche a offrirgli il denaro per l'esordio nella fiction. Era il 1955 quando firmo' "I delinquenti" e il successivo "La storia di James Dean", presto caduti in oblio. Fu fra i primi a scoprire la televisione che ricordo' sempre come la vera palestra del suo artigianato fra la mitica serie "Bonanza" e una serie di episodi prodotti da Hitchcock. Robert Altman torno' al cinema, o piu' esattamente ricomincio' a farlo, nei tardi anni '60 con "Countdown" ('67) e "Quel freddo giorno nel parco" ('69). Ma nello stesso anno la sua stella brillo' di luce propria al Festival di Cannes con l'irriverente e grottesco "M.A.S.H.", vincitore della Palma d'Oro e impareggiabile atto d'accusa in forma comica per la guerra del Vietnam anche se le avventure di Elliot Gould e Donald Sutherland erano ambientate durante la guerra di Corea. Di seguito solo successi, piu' di critica che di pubblico, come "Anche gli uccelli uccidono", il trionfale "I compari" con Warren Beatty e le musiche di Leonard Cohen, "Images" con Susannah York, l'indimenticabile "Il lungo addio" da Chandler, "Gang", fino a "Nashville" del 1975. Il suo cinema sprigiona una coerenza assoluta e inventa quella coralita' di temi e personaggi che, 30 anni dopo, e' ancora all' avanguardia stilistica per Hollywood. Ma non sempre trova riscontro nel pubblico e nei produttori, specie quando film come "Buffalo Bill e gli indiani", "Tre donne", "Un matrimonio", "Quintet" e soprattutto "Popeye-Braccio di ferro" 'sfuggono' al grande pubblico americano. Ma in Europa si rifa' una vita artistica da "Jimmy Dean, Jimmy Dean" (1982) fino ai formidabili "America oggi" (1993) e "La fortuna di Cookie" (1998). Per il cinema italiano, Robert Altman e' stato, specie nella maturita', una sorta di amico e fratello maggiore. "Sarebbe pazzo - diceva - quel regista che negasse di aver imparato tutto dai grandi maestri del neorealismo e della commedia all' italiana. Per quanto mi riguarda, ho almeno due ricordi indelebili: la coralita' ammantata di passione di film come 'Ladri di biciclette' e quella permeata di realta' di 'La battaglia d'Algeri'. E in Italia ho ancora i miei migliori amici da Vittorio Gassman a Gillo Pontecorvo". Gassman e Proietti diedero luogo a un irresistibile duetto comico nel suo "Un matrimonio", mentre quando Altman volle mettere alla berlina il mondo della moda in "Pret-a-porter" (1996) chiamo' in soccorso due icone del nostro cinema: Marcello Mastroianni e Sophia Loren. "Nel ricomporre questa coppia indimenticabile - disse - ho reso omaggio all' arte di Vittorio De Sica, ma non pensavo che sul set Marcello e Sophia potessero ricreare, come per magia, un intero pezzo di storia del cinema". Definire lo stile di Altman e' stata spesso un'ardua impresa per i critici. Curioso, allergico alle formule e ai generi, anarchico nell' animo come spesso nelle opinioni, Altman si e' divertito a usare la macchina da presa per fotografare le storture e i parossismi della vita moderna. Di certo come Balzac ha ritratto la "commedia umana".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Uno dei più grandi registi di sempre insieme a Kubrik

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