giovedì 9 gennaio 2014
GOSSIP - Clamoroso al Cibali! Annalynne McCord di "90210" si è regalata un fidanzato di Purcell-ana!
Passate le feste, ripresi da sbronze e bivacchi degni di "Game of Thrones", ci si accorge di un gossip che era passato quasi inosservato ai più (o almeno ai sani di mente, o almeno a quelli che detestano le fiabe dell'orrore). Annalynne McCord di "90210" si sarebbe regalata a Natale (o anche prima) un fidanzato di...Purcell-ana. O meglio lui, quel Dominic Purcell ex interprete di "Prison Break", in versione Ciccio-formaggio anabolizzato-lobotomizzato che l'accompagna in ogni dove come un robottino degno di Terminator. Negli ultimi tempi, la "strana coppia" è stata avvistata sulle spiagge australiane, lei bikinata e sorriso a denti stretti, lui fasciato di muscoli e bermuda da svendita all'Oviesse, piede di porco messo in evidenza da infradito smorzafascino, attento a non ridere per non slegarsi la faccia fin troppo soddisfatta nonchè a non tirare troppo la "Cord" per grazia ricevuta.
Passate le feste, ripresi da sbronze e bivacchi degni di "Game of Thrones", ci si accorge di un gossip che era passato quasi inosservato ai più (o almeno ai sani di mente, o almeno a quelli che detestano le fiabe dell'orrore). Annalynne McCord di "90210" si sarebbe regalata a Natale (o anche prima) un fidanzato di...Purcell-ana. O meglio lui, quel Dominic Purcell ex interprete di "Prison Break", in versione Ciccio-formaggio anabolizzato-lobotomizzato che l'accompagna in ogni dove come un robottino degno di Terminator. Negli ultimi tempi, la "strana coppia" è stata avvistata sulle spiagge australiane, lei bikinata e sorriso a denti stretti, lui fasciato di muscoli e bermuda da svendita all'Oviesse, piede di porco messo in evidenza da infradito smorzafascino, attento a non ridere per non slegarsi la faccia fin troppo soddisfatta nonchè a non tirare troppo la "Cord" per grazia ricevuta.
mercoledì 8 gennaio 2014
martedì 7 gennaio 2014
GOSSIP - Gatta ci Coven! Emma Roberts e Evan Peters fidanzati ad anello!
L'ultimo gossip a cinque stelle, il primo deluxe del 2014, vede Emma Roberts e Evan Peters fare comunella anche al di fuori del set di "AHS: Coven". I due sono stati avvistati dapprima a New York durante le vacanze natalizie, con l'attrice che sfoggiava un anello d'oro (se ingrandite la foto a destra e sorvolate sulla faccia schifata della Roberts si nota meglio). In seguito la coppia "stregata" dalla passione è apparsa a Capodanno a Londra, mentre per la Befana si è concessa una scappata a New Orleans. Come dire: gatta ci...Coven!

lunedì 6 gennaio 2014
NEWS - Clamoroso al Cibali! David Lynch torna a girare "Twin Peaks" (e cerca modelle caucasiche dotate) domani! Ma Mark Frost smentisce...
Notizia tratta da Uproxx
The entirety of Twin Peaks takes place over a four-week span in 1989. So, when Laura Palmer tells Agent Cooper in the final episode that she’ll see him again in 25 years, she’s referring to 2014. Hey, this year’s 2014! Perhaps that’s why the Twin Peaks might FINALLY come out on Blu-Ray this year. Either that, or it’s a total coincidence and I should see myself to the flagpole for a wedgie. But let’s go with the first option, especially since news broke that David Lynch is filming new Twin Peaks footage. Here’s the casting call, via Welcome to Twin Peaks.
or better duplicate them
La smentita di Mark Frost, co-ideatore di "Twin Peaks"
Notizia tratta da Uproxx
The entirety of Twin Peaks takes place over a four-week span in 1989. So, when Laura Palmer tells Agent Cooper in the final episode that she’ll see him again in 25 years, she’s referring to 2014. Hey, this year’s 2014! Perhaps that’s why the Twin Peaks might FINALLY come out on Blu-Ray this year. Either that, or it’s a total coincidence and I should see myself to the flagpole for a wedgie. But let’s go with the first option, especially since news broke that David Lynch is filming new Twin Peaks footage. Here’s the casting call, via Welcome to Twin Peaks.
TWIN PEAKS PROMO. Directed by David Lynch. Shoots in Los Angeles on Tuesday, January 7, 2014. Prob a 6 hour or less day. Rate is 150/8. You must live in LA to submit. I don’t think SAG has jurisdiction on this, so SAG and NON can submit. I have called SAG to double check this and I am awaiting a call back to confirm.Or better yet, Lynch could bring back this babe.
HOT Caucasian girl – BRUNETTE OR REDHEADS ONLY to play waitress. Age 18-27. MUST have an amazing body. Busty, very period looking face. Please submit two current color photos (one body shot, one face shot), your sizes, union status and contact info to: SandeAlessiCasting@gmail.com. (Via)
or better duplicate them
La smentita di Mark Frost, co-ideatore di "Twin Peaks"
Another strange baseless rumor.
http://t.co/ZXirzb7tf7
— Mark Frost (@mfrost11) 5 Gennaio 2014
domenica 5 gennaio 2014
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Nelle serie tv la qualità è sempre più british
"La grande fioritura di serie televisive di provenienza british è stata una dei fenomeni più interessanti delle ultime stagioni televisive. Da «Downton Abbey» a «Sherlock», da «Luther» a «Misfits» i telefilm, spesso targati Bbc, hanno raggiunto una qualità così elevata da poter competere sullo stesso piano con le più raffinate serie americane. Gli inglesi sono stati bravi a rinnovare la propria fiction tv, sempre più capace di oltrepassare i confini nazionali e imporsi anche all'estero. Ce la faremo mai anche in Italia? Hanno prodotto molti drammi in costume, ispirati alla storia del Regno Unito spesso declinata in chiave poliziesca e crime. A questo catalogo di eccellenze si è ora aggiunto «Ripper Street», un telefilm in onda su Giallo (martedì, 22.50, canale 38 del digitale terrestre). La storia pesca da un grande classico della tradizione inglese: siamo a Whitechapel, East London, un quartiere povero e sovrappopolato. Le atmosfere sono quelle torbide e contraddittorie dell'età Vittoriana e il racconto inizia sei mesi dopo l'ultimo omicidio attribuito a Jack lo Squartatore: la polizia non è riuscita a identificare il serial killer e quando una mano ignota colpisce con una tecnica molto simile a quella di Jack «the Ripper», gli agenti tornano sul campo per cercare di dare un volto al pericoloso omicida. I personaggi principali sono tre: l'ispettore Edmund Reid, il sergente Bennet Drake e un ex medico dell?esercito americano, il capitano Homer Jackson. Le loro indagini coinvolgono spesso la maîtresse Long Susan. La serie cresce d'interesse nel progredire degli episodi proprio grazie all'esplorazione delle psicologie e delle storie di questi tre personaggi. E poi c'è una grande accuratezza nella ricostruzione dei dettagli storici, che si abbina a una cruda brutalità nella rappresentazione dei fatti". (Aldo Grasso, 04.01.2014)
CORRIERE DELLA SERA
Nelle serie tv la qualità è sempre più british
"La grande fioritura di serie televisive di provenienza british è stata una dei fenomeni più interessanti delle ultime stagioni televisive. Da «Downton Abbey» a «Sherlock», da «Luther» a «Misfits» i telefilm, spesso targati Bbc, hanno raggiunto una qualità così elevata da poter competere sullo stesso piano con le più raffinate serie americane. Gli inglesi sono stati bravi a rinnovare la propria fiction tv, sempre più capace di oltrepassare i confini nazionali e imporsi anche all'estero. Ce la faremo mai anche in Italia? Hanno prodotto molti drammi in costume, ispirati alla storia del Regno Unito spesso declinata in chiave poliziesca e crime. A questo catalogo di eccellenze si è ora aggiunto «Ripper Street», un telefilm in onda su Giallo (martedì, 22.50, canale 38 del digitale terrestre). La storia pesca da un grande classico della tradizione inglese: siamo a Whitechapel, East London, un quartiere povero e sovrappopolato. Le atmosfere sono quelle torbide e contraddittorie dell'età Vittoriana e il racconto inizia sei mesi dopo l'ultimo omicidio attribuito a Jack lo Squartatore: la polizia non è riuscita a identificare il serial killer e quando una mano ignota colpisce con una tecnica molto simile a quella di Jack «the Ripper», gli agenti tornano sul campo per cercare di dare un volto al pericoloso omicida. I personaggi principali sono tre: l'ispettore Edmund Reid, il sergente Bennet Drake e un ex medico dell?esercito americano, il capitano Homer Jackson. Le loro indagini coinvolgono spesso la maîtresse Long Susan. La serie cresce d'interesse nel progredire degli episodi proprio grazie all'esplorazione delle psicologie e delle storie di questi tre personaggi. E poi c'è una grande accuratezza nella ricostruzione dei dettagli storici, che si abbina a una cruda brutalità nella rappresentazione dei fatti". (Aldo Grasso, 04.01.2014)
sabato 4 gennaio 2014
venerdì 3 gennaio 2014
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
Beth Behrs di "2 Broke Girls" conquista la cover di "Philadelphia Style"
Beth Behrs is fashionable and fun on the cover of Philadelphia Style magazine’s latest issue. Here’s what the 27-year-old 2 Broke Girls star and upcoming People’s Choice Awards host had to share with the mag:
Beth Behrs di "2 Broke Girls" conquista la cover di "Philadelphia Style"
Beth Behrs is fashionable and fun on the cover of Philadelphia Style magazine’s latest issue. Here’s what the 27-year-old 2 Broke Girls star and upcoming People’s Choice Awards host had to share with the mag:
On her show 2 Broke Girls: “One of the things I love the most about the show is that while it’s edgy and out there and really shocking, it’s grounded with heart and reality. It’s about real 20-something girls trying to create a business from nothing. Most of us can relate to the fact that even though they’re not able to pay their rent, they have a dream. And they’re doing what it takes to achieve it.”
On her love of theater: “I’ve always loved acting and singing and musical theater. It’s my heart. It’s actually a lot of fun to make people laugh.”
On relating to her 2 Broke Girls character: “I can’t relate to the wealthy thing, but I can definitely relate to the poor thing and Caroline losing everything and not having money for clothes. That’s really easy to relate to with the way I grew up.”
For more from Beth, visit PhillyStyleMag.com
giovedì 2 gennaio 2014

Taylor Swift and Sarah Hyland make some funny faces while celebrating New Year’s Eve 2014 together on Tuesday (December 31).
The ladies were joined by Taylor‘s high school BFF Abigail Anderson and Sarah‘s longtime boyfriend Matt Prokop. “Happy New Year from two high school BFFs. A look at 2008 vs 2014,” Taylorwrote on Instagram. “New Years with the best of the best ❤️ @taylorswift13 (I look scared… I think I should be),” Sarah tweeted before adding, “MEREDITH PHOTOBOMBED US @taylorswift13!!!!!”
martedì 31 dicembre 2013
GOSSIP - La "vendetta" di Mourinho! Lo Special One schiera nel Chelsea Emily VanCamp di "Revenge" e batte il Liverpool
Saranno stati contenti i tifosi del Liverpool, a vedere Mourinho schierare sugli spalti due tifosi eccellenti, intabarrati in sciarpe e capppellini "blues", come Emily VanCamp e fidanzato Joshua Bowman. I due si sono scalmanati a tal punto in quel di Londra da far vincere il Chelsea sui "Reds" per 2 a 1. Il Liverpool però medita vendetta ("Revenge") e si dice che al ritorno schieri l'intera famiglia Grayson in un "rosso" da far invia a Valentino...
Saranno stati contenti i tifosi del Liverpool, a vedere Mourinho schierare sugli spalti due tifosi eccellenti, intabarrati in sciarpe e capppellini "blues", come Emily VanCamp e fidanzato Joshua Bowman. I due si sono scalmanati a tal punto in quel di Londra da far vincere il Chelsea sui "Reds" per 2 a 1. Il Liverpool però medita vendetta ("Revenge") e si dice che al ritorno schieri l'intera famiglia Grayson in un "rosso" da far invia a Valentino...
lunedì 30 dicembre 2013
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"Mad Men", serie tra le più belle e più difficili"Dobbiamo ringraziare Rai4, che finalmente ha iniziato a trasmettere in anteprima per l'Italia la quinta stagione della serie «Mad Men», l'epopea di Don Draper (Jon Hamm), il guru della pubblicità al lavoro nella New York degli anni 60. Bisogna subito dire che «Mad Men» è senza dubbio una delle serie più belle della storia della tv, coperta di premi e riconoscimenti: per la sua raffinata scrittura, per la profondità con cui tratteggia le psicologie dei personaggi, per il ritratto cristallino (anche nei costumi, negli arredi, nel commento musicale) dell'America dei favolosi Sixties. È una delle serie più belle ma senz'altro non è la più facile: c'è chi l'ha molto amata ma anche chi l'ha accusata di noia, di esasperante lentezza, di un eccesso di riflessività. Negli Usa, dove va in onda su un canale via cavo, Amc, che si rivolge a un pubblico più ristretto e di nicchia, la serie è arrivata alla sua sesta stagione conclusa, e si avvia verso la settima. In Italia eravamo fermi alla messa in onda della quarta. Persino il gruppo Fox aveva smesso di programmarla, mentre Rai4, dopo averla proposta nella prima serata della domenica, l'ha spostata nella tarda serata del mercoledì (alle 23.35) per ascolti troppo bassi. Che la serie sia complessa da seguire è un dato di fatto, e una programmazione così sfasata e irregolare di certo non ha aiutato. Ma «Mad Men» rimane un capolavoro assoluto, e la quinta stagione è un gioiello che merita di esser visto: la prima signora Draper, Betty, ha messo su peso e tristezza, mentre Don trascura l'agenzia pubblicitaria, sempre più vittima dei suoi fantasmi interiori, e anche l'unione con Megan, la giovane seconda signora Draper, inizia a celare qualche crepa. Sullo sfondo c'è la società USA sospesa tra cambiamento (le lotte per i diritti degli afroamericani) e paura".
(Aldo Grasso, 27.12.2013)

CORRIERE DELLA SERA
"Mad Men", serie tra le più belle e più difficili"Dobbiamo ringraziare Rai4, che finalmente ha iniziato a trasmettere in anteprima per l'Italia la quinta stagione della serie «Mad Men», l'epopea di Don Draper (Jon Hamm), il guru della pubblicità al lavoro nella New York degli anni 60. Bisogna subito dire che «Mad Men» è senza dubbio una delle serie più belle della storia della tv, coperta di premi e riconoscimenti: per la sua raffinata scrittura, per la profondità con cui tratteggia le psicologie dei personaggi, per il ritratto cristallino (anche nei costumi, negli arredi, nel commento musicale) dell'America dei favolosi Sixties. È una delle serie più belle ma senz'altro non è la più facile: c'è chi l'ha molto amata ma anche chi l'ha accusata di noia, di esasperante lentezza, di un eccesso di riflessività. Negli Usa, dove va in onda su un canale via cavo, Amc, che si rivolge a un pubblico più ristretto e di nicchia, la serie è arrivata alla sua sesta stagione conclusa, e si avvia verso la settima. In Italia eravamo fermi alla messa in onda della quarta. Persino il gruppo Fox aveva smesso di programmarla, mentre Rai4, dopo averla proposta nella prima serata della domenica, l'ha spostata nella tarda serata del mercoledì (alle 23.35) per ascolti troppo bassi. Che la serie sia complessa da seguire è un dato di fatto, e una programmazione così sfasata e irregolare di certo non ha aiutato. Ma «Mad Men» rimane un capolavoro assoluto, e la quinta stagione è un gioiello che merita di esser visto: la prima signora Draper, Betty, ha messo su peso e tristezza, mentre Don trascura l'agenzia pubblicitaria, sempre più vittima dei suoi fantasmi interiori, e anche l'unione con Megan, la giovane seconda signora Draper, inizia a celare qualche crepa. Sullo sfondo c'è la società USA sospesa tra cambiamento (le lotte per i diritti degli afroamericani) e paura".
(Aldo Grasso, 27.12.2013)
GOSSIP - La "gostrippata" Momsen chiude l'anno come ha finito i precedenti: in mutande
La coda del 2013 esce dalle mutande (a patto che si abbiano). E così la "gostrippata" Taylor Momsen ricorda a tutti di che pasta e calze a rete è fatta e si è lasciata ritrarre da Just Jared in un paio di scatti che ormai non fanno più notizia ma che allungano la sua nomea di ribelle alla larga da "Gossip Girl".
La coda del 2013 esce dalle mutande (a patto che si abbiano). E così la "gostrippata" Taylor Momsen ricorda a tutti di che pasta e calze a rete è fatta e si è lasciata ritrarre da Just Jared in un paio di scatti che ormai non fanno più notizia ma che allungano la sua nomea di ribelle alla larga da "Gossip Girl".
venerdì 27 dicembre 2013
L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Downton Abbey", la congiunzione perfetta
"Non ci stancheremo mai di parlare di «Downton Abbey», giunto intanto in Italia alla terza edizione, una felice congiunzione di sceneggiatura, recitazione e ambientazione (Rete4, giovedì, ore 21.20). Con una successione di piccoli colpi di scena (l'ultimo è che Lord Grantham ha avuto un tracollo finanziario per una speculazione in Borsa avventata e probabilmente dovrà vendere il castello), mirabilmente graduati dai flutti del tempo e della narrazione, lo showrunner Julian Fellowes scompone il quadro di una supposta normalità tardo-vittoriana e la ricompone in un labirinto di complicazioni e di pregiudizi. Siamo nella primavera del 1920. La madre di Cora (Shirley MacLaine) arriva a Downton per il matrimonio di Lady Mary e Matthew, e crea non poche tensioni, con la sua spigliatezza americana resa ancora più vivida dagli stanchi rituali della campagna inglese. Il gioco verticale tra il «sopra» e il «sotto» (upstairs and downstairs), tra l'aristocrazia che celebra i suoi ultimi fasti e la servitù che sta prendendo coscienza (il capolavoro assoluto di riferimento è La Règle du jeu di Jean Renoir), tra codici comportamentali (a Downton Abbey anche le sguattere ne hanno uno) e codici linguistici. Le parole che più ricorrono sono «decoro», «indole», «tradizione». I giovani tentano di trovare una loro identità, rivelando furori ideologici e grettezze finanziarie, ma tutto ruota ancora attorno alle due grandi vecchie, Martha e Lady Violet, così lontane e così vicine (è di Lady Violet l'aforisma da tenere a mente: «Niente garantisce il successo come l'eccesso»).«Downton Abbey» (in Inghilterra siamo già alla quarta stagione) ci viene incontro come un imponente maniero che respira, desidera, abbandonato alle sue cerimonie, ai suoi capricci, ai suoi rancori, finché tutti le storie si sciolgono nelle regole del gioco". (Aldo Grasso, 21.12.2013)
CORRIERE DELLA SERA
"Downton Abbey", la congiunzione perfetta
"Non ci stancheremo mai di parlare di «Downton Abbey», giunto intanto in Italia alla terza edizione, una felice congiunzione di sceneggiatura, recitazione e ambientazione (Rete4, giovedì, ore 21.20). Con una successione di piccoli colpi di scena (l'ultimo è che Lord Grantham ha avuto un tracollo finanziario per una speculazione in Borsa avventata e probabilmente dovrà vendere il castello), mirabilmente graduati dai flutti del tempo e della narrazione, lo showrunner Julian Fellowes scompone il quadro di una supposta normalità tardo-vittoriana e la ricompone in un labirinto di complicazioni e di pregiudizi. Siamo nella primavera del 1920. La madre di Cora (Shirley MacLaine) arriva a Downton per il matrimonio di Lady Mary e Matthew, e crea non poche tensioni, con la sua spigliatezza americana resa ancora più vivida dagli stanchi rituali della campagna inglese. Il gioco verticale tra il «sopra» e il «sotto» (upstairs and downstairs), tra l'aristocrazia che celebra i suoi ultimi fasti e la servitù che sta prendendo coscienza (il capolavoro assoluto di riferimento è La Règle du jeu di Jean Renoir), tra codici comportamentali (a Downton Abbey anche le sguattere ne hanno uno) e codici linguistici. Le parole che più ricorrono sono «decoro», «indole», «tradizione». I giovani tentano di trovare una loro identità, rivelando furori ideologici e grettezze finanziarie, ma tutto ruota ancora attorno alle due grandi vecchie, Martha e Lady Violet, così lontane e così vicine (è di Lady Violet l'aforisma da tenere a mente: «Niente garantisce il successo come l'eccesso»).«Downton Abbey» (in Inghilterra siamo già alla quarta stagione) ci viene incontro come un imponente maniero che respira, desidera, abbandonato alle sue cerimonie, ai suoi capricci, ai suoi rancori, finché tutti le storie si sciolgono nelle regole del gioco". (Aldo Grasso, 21.12.2013)
mercoledì 25 dicembre 2013
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venerdì 20 dicembre 2013
Secondo l'#Auditel ieri #DowntonAbbey è stato visto più dai bambini 4/14 anni che dalle fasce 15/19 e 25/34 anni messe insieme.
— Leo Damerini (@LeoDamerini) 20 Dicembre 2013
Altrove i fans noti di #DowntonAbbey sono Mick Jagger, Harrison Ford, Michelle Obama, Bette Midler, Tom Hanks...In Italia Caterina Balivo.
— Leo Damerini (@LeoDamerini) 20 Dicembre 2013
giovedì 19 dicembre 2013

Qualcuno lo fermi. Joe Manganiello ("True Blood") è sempre più a petto in fuori nello show-business e non passa mese che si faccia ritrarre da qualche rivista specializzata di bicipiti in copertina. Possibilmente a petto nudo in vista. Eccolo sull'ultimo numero dell'imperdibile "Muscle&Fitness", dalla copertina all'ampio servizio interno per la gioia delle sue fans e dei palestrati a tutti i costi.
On being focused on his body as an actor: “There’s the triangle – the mind, body, and spirit. And all too often I see actors really work the mental and spiritual side but not put anything into the physical side, they just kind of ignore it. I don’t come from that school. I come at it in ancient Greek sense, in that their culture was built on athletics and on philosophers.
On his mentality in the gym: “My training is obviously about weightlifting and building muscle, but it’s also about remaining athletic. It’s about building the body, but it’s also about teaching your body to adjust to its own weight, especially as you get bigger. And it’s practical. I come from Pittsburgh, and the people in the gym in Pittsburgh aren’t working out to look good because they’ve got a shoot coming up. They’re working out because they want to be stronger, because it helps them in life.”
www.telefilmcult.tumblr.com
PICCOLO GRANDE SCHERMO - Kat Dennings, dopo "Thor" la "broke girl" incontra il mitologico John Waters
Carriera in ascesa e petto in fuori per Kat Dennings di "2 Broke Girls" (la terza stagione inedita su Joi dal 7 gennaio). Attualmente nei cinema di tutto il mondo con "Thor: The Dark World", l'attrice sarà nel 2014 sul grande schermo nel film "Suburban Gothic", pellicola già epocale in quanto segna il ritorno in scena, da attore, di John Waters, idolo incontrastato della cultura trash-pop (suo uno dei primi esperimenti cinematografici in "odorama" con "Polyester", del 1981). Dennings sarà circondata altresì da Ray Wise (che dopo "Twin Peaks" sembra non essersi più ripreso), Matthew Gray Gubler ("Criminal Minds") nonché Shanola Hampton di "Shameless" (la quarta stagione inedita su Joi dal 7 aprile). (News tratta dalla Newsletter 73 di Qui Mediaset)
Carriera in ascesa e petto in fuori per Kat Dennings di "2 Broke Girls" (la terza stagione inedita su Joi dal 7 gennaio). Attualmente nei cinema di tutto il mondo con "Thor: The Dark World", l'attrice sarà nel 2014 sul grande schermo nel film "Suburban Gothic", pellicola già epocale in quanto segna il ritorno in scena, da attore, di John Waters, idolo incontrastato della cultura trash-pop (suo uno dei primi esperimenti cinematografici in "odorama" con "Polyester", del 1981). Dennings sarà circondata altresì da Ray Wise (che dopo "Twin Peaks" sembra non essersi più ripreso), Matthew Gray Gubler ("Criminal Minds") nonché Shanola Hampton di "Shameless" (la quarta stagione inedita su Joi dal 7 aprile). (News tratta dalla Newsletter 73 di Qui Mediaset)
mercoledì 18 dicembre 2013
@MatthewPerry alla Vita in Diretta è come Bruce Willis alle Frontiere dello spirito. Eppure...http://t.co/Iw6DyEzMUr
@tvblogit @PaoloSutera
— Leo Damerini (@LeoDamerini) 18 Dicembre 2013
NEWS - Ultima ora! Darabont da orbi: l'ex ideatore di "The Walking Dead" ha denunciato AMC per i profitti di licenza del "suo" serial
Notizia tratta da "Variety"
“The Walking Dead” creator Frank Darabont and his agent CAA have filed suit against AMC Networks, claiming that they are owed tens of millions of dollars for the runaway hit, one that the cabler claims is running a deficit.
The suit, filed on Tuesday in the Supreme Court of the State of New York, contends that AMC has been engaged in “the improper and abusive practice of ‘self-dealing.’”
“One AMC affiliate produces ‘The Walking Dead’ and then licenses the show for an artificially low fee to another AMC affiliate that televises the show to the public,” the suit states. “The sole goal of this sham transaction is to enhance profits of the parent company by minimizing the revenues that go into the ‘pool’ of funds for the show’s profit participants.”
The suit states that Darabont is entitled to profits based on the success of the show under a formula in which he receives a percentage from a ‘pool’ of modified adjusted gross receipts. CAA, which packaged the series, also is a profit participant, the suit states.
Their suit claims that the biggest source of gross receipts, the license fees, are being “manipulated” as AMC controls the entity producing the show and shows it on its AMC channel.
But rather than pay “fair market value,” as Darabont’s contract required, he and CAA contend that the AMC created a “license fee formula” that “guarantees that the series will remain grossly in deficit.” The suit states that the formula “imputes” a license fee “millions of dollars lower” than what AMC would have to pay a non-affiliated studio like Lionsgate or Warner Bros. Darab0nt’s suit also says that he “has not received and may never receive one dollar in profits for developing the series.” The series, his attorneys contend, had a $49 million deficit as of September 2012.
Darabont was dismissed from the series in 2011.
AMC declined to comment.
Stu Segall Prods. also is named as a defendant, which Darabont and CAA claim was “simply used” as a signatory to the network’s agreement with Darabont to comply with guild requirements.
Dale Kinsella, one of Darabont’s representatives, said that the suit is distinctive in part because “the success of this particular series is somewhat unprecedented because it has obliterated the distinction between cable and network TV.”
The suit contents that under AMC’s imputed license fee formula, the license fee for the show is 65% of the costs of producing the series or $1.45 million per episode, whichever is lower. That means there “would be a significant deficit on every episode” during the life of the series. The formula provided for a 5% bump in the license fee for each season, regardless of how successful it was. That means that the license fee for season five of the show was capped at $1.76 million per episode, and $2.2 million in season 10. By contrast, the suit points out, AMC paid Lionsgate “at least” $3 million per episode for season five of “Mad Men, even though it gets “less than 25% of ‘The Walking Dead’s’ viewership.”
The suit also notes that while the term of licensing deals between unaffiliated networks and studios is typically four years, AMC’s imputed license fee is a perpetual one.
Darabont and CAA also contend that AMC has not properly accounted for the 30% tax credits they received for filming in Georgia. In September 2012, AMC listed production costs at $100 million, but with the 30% tax credit, the profit pool was “improperly deflated by more than $30 million,” according to the suit.
The litigation also claims that Darabont was dismissed from the series in the summer of 2011 without cause, even though he brought it in on time and within budget. The suit contends that AMC did so to avoid paying him increased compensation, as well as to avoid his right of first negotiation to serve as showrunner in the series’ third season.
Notizia tratta da "Variety"
“The Walking Dead” creator Frank Darabont and his agent CAA have filed suit against AMC Networks, claiming that they are owed tens of millions of dollars for the runaway hit, one that the cabler claims is running a deficit.
The suit, filed on Tuesday in the Supreme Court of the State of New York, contends that AMC has been engaged in “the improper and abusive practice of ‘self-dealing.’”
“One AMC affiliate produces ‘The Walking Dead’ and then licenses the show for an artificially low fee to another AMC affiliate that televises the show to the public,” the suit states. “The sole goal of this sham transaction is to enhance profits of the parent company by minimizing the revenues that go into the ‘pool’ of funds for the show’s profit participants.”
The suit states that Darabont is entitled to profits based on the success of the show under a formula in which he receives a percentage from a ‘pool’ of modified adjusted gross receipts. CAA, which packaged the series, also is a profit participant, the suit states.
Their suit claims that the biggest source of gross receipts, the license fees, are being “manipulated” as AMC controls the entity producing the show and shows it on its AMC channel.
But rather than pay “fair market value,” as Darabont’s contract required, he and CAA contend that the AMC created a “license fee formula” that “guarantees that the series will remain grossly in deficit.” The suit states that the formula “imputes” a license fee “millions of dollars lower” than what AMC would have to pay a non-affiliated studio like Lionsgate or Warner Bros. Darab0nt’s suit also says that he “has not received and may never receive one dollar in profits for developing the series.” The series, his attorneys contend, had a $49 million deficit as of September 2012.
Darabont was dismissed from the series in 2011.
AMC declined to comment.
Stu Segall Prods. also is named as a defendant, which Darabont and CAA claim was “simply used” as a signatory to the network’s agreement with Darabont to comply with guild requirements.
Dale Kinsella, one of Darabont’s representatives, said that the suit is distinctive in part because “the success of this particular series is somewhat unprecedented because it has obliterated the distinction between cable and network TV.”
The suit contents that under AMC’s imputed license fee formula, the license fee for the show is 65% of the costs of producing the series or $1.45 million per episode, whichever is lower. That means there “would be a significant deficit on every episode” during the life of the series. The formula provided for a 5% bump in the license fee for each season, regardless of how successful it was. That means that the license fee for season five of the show was capped at $1.76 million per episode, and $2.2 million in season 10. By contrast, the suit points out, AMC paid Lionsgate “at least” $3 million per episode for season five of “Mad Men, even though it gets “less than 25% of ‘The Walking Dead’s’ viewership.”
The suit also notes that while the term of licensing deals between unaffiliated networks and studios is typically four years, AMC’s imputed license fee is a perpetual one.
Darabont and CAA also contend that AMC has not properly accounted for the 30% tax credits they received for filming in Georgia. In September 2012, AMC listed production costs at $100 million, but with the 30% tax credit, the profit pool was “improperly deflated by more than $30 million,” according to the suit.
The litigation also claims that Darabont was dismissed from the series in the summer of 2011 without cause, even though he brought it in on time and within budget. The suit contends that AMC did so to avoid paying him increased compensation, as well as to avoid his right of first negotiation to serve as showrunner in the series’ third season.
martedì 17 dicembre 2013
NEWS - "Arrow" è la serie tv più vista in Italia del 2013 (e nel 2014 torna dal 10 gennaio con la serie-cugina "The Tomorrow People")
Si
avvicina la fine dell’anno e “Arrow”
risulta la serie tv più vista del 2013
in Italia. Proprio a inizio 2014, il serial con protagonista Stephen Amell tornerà con la seconda
stagione inedita su Italia 1 in prima tv free, dal 10 gennaio ogni venerdì in prima serata alle ore 21.10. Per l’occasione, la rete
diretta da Luca Tiraboschi lancerà
l’accoppiata super-eroica con l’anteprima esclusiva di “The Tomorrow People” (stesso giorno alle ore 22.10), dove compare il cugino di Stephen Amell, Robbie
Amell).
Questa
la Top Ten del 2013 delle serie tv più
viste in Italia.
1.
“Arrow” – Italia 1 – 3.491.000
spettatori
2. “NCIS – Unità Anticrimine” –
Raidue – 3.280.000 spettatori
3. “Elementary” – Raidue –
2.799.000 spettatori
4. “Inga Lindstrom” – Canale 5 –
2.689.000 spettatori
5. “Transporter – The Series” –
Italia 1 – 2.682.000 spettatori
6. “NCIS-Los Angeles” – Raidue –
2.587.000 spettatori
7. “Castle” – Raidue – 2.580.000
spettatori
8. “Criminal Minds” – Raidue – 2.533.000
spettatori
9. “Hawaii Five-O” – Raidue –
2.472.000 spettatori
10. “CSI-Crime
Scene Investigation” – Italia 1 - 2.313.000 spettatori
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lunedì 16 dicembre 2013
NEWS - Twitter inforcona l'Auditel: dall'autunno prossimo anche in Italia il monitoraggio sul social network dei programmi tv abbinato al vetusto sistema di rilevazione con le prese nei muri
Articolo tratto da "Prima Comunicazione"
Dall’autunno 2014 sarà disponibile anche in Italia Nielsen Twitter Tv Ratings, il primo strumento di misurazione dell’attività e della reach delle conversazioni su Twitter relative ai programmi televisivi, nato in seguito all’accordo esclusivo siglato tra Nielsen e Twitter a dicembre 2012 e già attivo negli Usa. Lo strumento consente a broadcaster, agenzie e inserzionisti di misurare e comprendere le conversazioni relative ai programmi televisivi e sviluppare di conseguenza le proprie strategie commerciali.
“Nielsen Twitter Tv Ratings offre nuove opportunità a editori,
agenzie e inserzionisti”, dichiara Luca Bordin, general manager, sales
& media solutions di Nielsen Italia. “Questo innovativo strumento,
oltre a consentire la misurazione dei tweet relativi ai programmi
televisivi, permette anche e soprattutto di rilevarne l’audience, cioè
quante persone sono state esposte a questi stessi tweet. I broadcaster
potranno quindi comprendere pienamente l’efficacia delle proprie
strategie di audience engagement mentre agenzie e inserzionisti avranno a
disposizione un tool strategico per la pianificazione pubblicitaria”.
Le conversazioni su Twitter durante le trasmissioni televisive hanno creato un nuovo appassionante fenomeno – spiega una nota diffusa oggi da Nielsen. I consumatori utilizzano infatti i social media per commentare e condividere opinioni su programmi e personaggi televisivi preferiti. Oltre 70 clienti negli Stati Uniti utilizzano già le soluzioni Nielsen Twitter Tv per analizzare le conversazioni in tempo reale su Twitter relative a tutti i programmi in onda su oltre 250 tra i più popolari canali televisivi statunitensi.
“In uno scenario televisivo in cui il coinvolgimento diretto degli spettatori diviene sempre più centrale, desta grande interesse l’iniziativa di Nielsen verso una currency che misuri trasversalmente i tweet legati a ciascun programma tv e la loro audience effettiva”, dice Andrea Mezzasalma, head of audience research & insights di Sky Italia.
Nielsen Twitter Tv Ratings – continua la nota – supporterà inoltre le agenzie e gli inserzionisti fornendo dati strategici per la pianificazione delle campagne pubblicitarie e per mettere a punto strategie commerciali che tengano conto di questa nuova opportunità rappresentata dalla social tv.
“I social network sono un labirinto di opportunità nel cui ambito la social tv riveste già oggi un ruolo importante. Si tratta dunque di un ecosistema in cui è complesso muoversi ma che, una volta trovati gli snodi, rappresenta un sicuro acceleratore di notorietà per aziende e prodotti”, commenta Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa.
Lo strumento fornisce misurazioni separate e complementari alle tradizionali metriche Auditel. “Da tempo Auditel è attenta a come cambia la tv con l’estensione dei contenuti televisivi oltre al tradizionale schermo. Soltanto metriche affidabili permetteranno a broadcaster, agenzie e inserzionisti di elaborare nuove strategie editoriali e pubblicitarie capaci di tener conto anche dell’engagement generato dal fenomeno della social tv. In questo senso guardiamo con interesse a questa nuova soluzione che Nielsen renderà presto disponibile sul mercato italiano”, aggiunge Giulio Malgara, presidente Auditel.
Articolo tratto da "Prima Comunicazione"
Dall’autunno 2014 sarà disponibile anche in Italia Nielsen Twitter Tv Ratings, il primo strumento di misurazione dell’attività e della reach delle conversazioni su Twitter relative ai programmi televisivi, nato in seguito all’accordo esclusivo siglato tra Nielsen e Twitter a dicembre 2012 e già attivo negli Usa. Lo strumento consente a broadcaster, agenzie e inserzionisti di misurare e comprendere le conversazioni relative ai programmi televisivi e sviluppare di conseguenza le proprie strategie commerciali.
Le conversazioni su Twitter durante le trasmissioni televisive hanno creato un nuovo appassionante fenomeno – spiega una nota diffusa oggi da Nielsen. I consumatori utilizzano infatti i social media per commentare e condividere opinioni su programmi e personaggi televisivi preferiti. Oltre 70 clienti negli Stati Uniti utilizzano già le soluzioni Nielsen Twitter Tv per analizzare le conversazioni in tempo reale su Twitter relative a tutti i programmi in onda su oltre 250 tra i più popolari canali televisivi statunitensi.
“In uno scenario televisivo in cui il coinvolgimento diretto degli spettatori diviene sempre più centrale, desta grande interesse l’iniziativa di Nielsen verso una currency che misuri trasversalmente i tweet legati a ciascun programma tv e la loro audience effettiva”, dice Andrea Mezzasalma, head of audience research & insights di Sky Italia.
Nielsen Twitter Tv Ratings – continua la nota – supporterà inoltre le agenzie e gli inserzionisti fornendo dati strategici per la pianificazione delle campagne pubblicitarie e per mettere a punto strategie commerciali che tengano conto di questa nuova opportunità rappresentata dalla social tv.
“I social network sono un labirinto di opportunità nel cui ambito la social tv riveste già oggi un ruolo importante. Si tratta dunque di un ecosistema in cui è complesso muoversi ma che, una volta trovati gli snodi, rappresenta un sicuro acceleratore di notorietà per aziende e prodotti”, commenta Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa.
Lo strumento fornisce misurazioni separate e complementari alle tradizionali metriche Auditel. “Da tempo Auditel è attenta a come cambia la tv con l’estensione dei contenuti televisivi oltre al tradizionale schermo. Soltanto metriche affidabili permetteranno a broadcaster, agenzie e inserzionisti di elaborare nuove strategie editoriali e pubblicitarie capaci di tener conto anche dell’engagement generato dal fenomeno della social tv. In questo senso guardiamo con interesse a questa nuova soluzione che Nielsen renderà presto disponibile sul mercato italiano”, aggiunge Giulio Malgara, presidente Auditel.
GOSSIP - Muy Galore!!! Dianna Agron si fa ritrarre da Ellen Von Unwerth (mica cotiche!)
Copertina antologica per Dianna Agron ("Glee") che si è fatta ritrarre dalla nota fotografa tedesca Ellen Von Unwerth, specializzata in ritratti erotici di Vip. Tant'è che la rivista "Galore" ha dedicato alla Agron (e alla Unwerth) la cover e una lunga intervista. Qui scatti e passi più significativi.
"Hmmmm…..there are definitely moments where you’d love to beat the shit out of someone. Sure. People can be cruel, take advantage of young girls, you name it. But, my best tennis racket is the ability to use my words. Just have to be confident and remember to use them. Standing up for yourself, and putting someone in their place with wit is a truly admirable skill".
"I’ve had the chance to sing on Glee. I’m lucky really. I grew up watching old musicals, which is what made me want to act. It’s come full circle and I am the happier for it. As for what my album would be called…..Not sure, definitely not Dianna Agron. Something fun. I’m trying to think of something on the spot. It’s not working. Instead random words are coming to mind. Bats, Night, Dark, Blue…..".
"Maybe 2014 will be the year I also try something I am terrified of. Like scuba diving. Probably not, but maybe. Never say never".
Copertina antologica per Dianna Agron ("Glee") che si è fatta ritrarre dalla nota fotografa tedesca Ellen Von Unwerth, specializzata in ritratti erotici di Vip. Tant'è che la rivista "Galore" ha dedicato alla Agron (e alla Unwerth) la cover e una lunga intervista. Qui scatti e passi più significativi.
"Hmmmm…..there are definitely moments where you’d love to beat the shit out of someone. Sure. People can be cruel, take advantage of young girls, you name it. But, my best tennis racket is the ability to use my words. Just have to be confident and remember to use them. Standing up for yourself, and putting someone in their place with wit is a truly admirable skill".
"I’ve had the chance to sing on Glee. I’m lucky really. I grew up watching old musicals, which is what made me want to act. It’s come full circle and I am the happier for it. As for what my album would be called…..Not sure, definitely not Dianna Agron. Something fun. I’m trying to think of something on the spot. It’s not working. Instead random words are coming to mind. Bats, Night, Dark, Blue…..".
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