Articolo tratto da "Il Messaggero"
Per rischiare tutto, a cinquant'anni, ci vuole coraggio. Specialmente se il proprio lavoro è a Hollywood, e se a quell'età si dispone ancora di un piccolo capitale di successo, potere e bellezza. Julia Roberts, però, non è donna da facili conformismi. E così, compiuto mezzo secolo d'età, il Premio Oscar si è regalata un esordio assoluto in una serie tv. «Non è stato poi cosi diverso dal fare un film, a parte il fatto che la gente vive nel terrore dagli spoiler e che ogni tanto serviva che qualcuno mi ricordasse a che punto della storia fossimo arrivati», ha detto ieri l'attrice, ospite a sorpresa del meeting organizzato da Amazon a Londra per presentare alla stampa le novità della piattaforma Prime Video.
Protagonista della serie Homecoming, in Italia dal 2 novembre, diretta dal papà di Mr Robot Sam Esmail e già rinnovata per una seconda stagione, Roberts interpreta il ruolo di una psicologa, Heidi Bergman, che assiste i militari appena rientrati dal fronte. Ma l'azienda per cui lavora non è cosi onesta come sembra: «E un thriller in cui mi hanno affidato un doppio personaggio, vulnerabile e autoritario. Sono orgogliosa di Homecoming, è un prodotto artistico». «Arte» e «libertà» sono termini che ricorrono in più di un'occasione: li usa anche il fumettista e scrittore Neil Gaiman, presentando le prime immagini dell'attesa serie Good Omens, tratta dal romanzo, scritto a quattro mani con il genio del fantasy comico Terry Pratchett, Buona Apocalisse a tutti!. «Ricordo di aver sprecato anni a proporre a chiunque il progetto di American Gods: tutti mi dicevano che era troppo strano, troppo inconsueto. Amazon, appena l'ha letto, l'ha voluto immediatamente. È gente che ha rispetto per la libertà degli autori». E cosi Gaiman, dopo aver firmato un contratto in esclusiva per la piattaforma, e lavorato alla seconda stagione di American Gods, è riuscito a rendere reale anche «l'ultimo desiderio di Pratchett, cioè quello di trasformare Buona Apocalisse a tutti! in una serie tv. Terry Gilliam voleva farne un film, ma non ci è riuscito. L'ho scritta in 18 mesi, ci sono 10 milioni di fan in tutto il mondo pronti a linciarmi, se dovessi sbagliare». Ma dalle prime immagini mostrate ieri - uno spassoso dialogo tra candido angelo Michael Sheen e il diavolo dagli occhi di serpente David Tennant, e una sequenza con Jon Hamm nei panni (sempre elegantissimi) dell'Arcangelo Gabriele - Good Omens, «la prima commedia mai girata sull'Apocalisse», ha le carte in regola per diventare uno dei cult del 2019.
Farà parlare di sé anche The Romanoffs, la prima delle novità Prime Video a trovare la via dello streaming il 16 ottobre, che ieri a Londra ha festeggiato la sua première: nata dalla penna di Matthew Weiner, tomato a scrivere per la tv a 11 anni da Mad Men, The Romanoffs è una serie in otto puntate, autonome l'una dall'altra, ambientate ai giorni nostri e accomunate da uno spunto, cioè l'appartenenza di alcuni dei protagonisti alla stirpe degli zar di Russia. Colonna sonora rock (Cake, Lou Reed nei primi due episodi), pochi nomi celebri nel cast (Aaron Eckhart, Isabelle Huppert) e molti volti che Weiner spera di lanciare, «come fu con Mad Men. Ho voluto mantenere lo stesso staff, lo stesso approccio cinematografico alle inquadrature e un certo senso dello humor». Che ne I Romanoffs ha una qualità nera, quasi sovversiva, come si intuisce già dall'intrigante sigla inziale: «Non mi interessa raccontare storie in cui non ci sia umorismo, anche se si tratta di melodrammi».
Tra gli altri titoli presentati ieri, molta Germania con le nuove stagioni della serie Deutschland, 86 e 89 (tutta sulla caduta del Muro), il thriller Beat, ambientato nei club della Berlino techno tra dj set e traffico di organi, e la coproduzione franco-tedesca Deutsch-les-Landes, sorta di Benvenuti al Sud in cui un paesino francese in bancarotta viene ripopolato da ricchi tedeschi.
Confermato anche il ritorno di Jack Ryan, in una seconda stagione in cui a John Krasinski si affiancherà Noomi Rapace, «nei panni di una donna tostissima - ha detto l'attore - ma poco amichevole», e l'arrivo nel corso del 2019 del misterioso Carnival Row, fantasy-steampunk con Orlando Bloom detective e Cara Delevingne fata ribelle. «Non sarà un fantasy come tutti gli altri - ha detto la modella e attrice - tratterà temi importanti e politici, come l'immigrazione, il classismo e il razzismo". Una serie che segna un altro esordio in tv, quello di Orlando Bloom: "È un film epico, ambientato in un mondo quasi vittoriano. Non potevo tirarmi indietro di fronte a un progetto così particolare. Cosi artistico".
Protagonista della serie Homecoming, in Italia dal 2 novembre, diretta dal papà di Mr Robot Sam Esmail e già rinnovata per una seconda stagione, Roberts interpreta il ruolo di una psicologa, Heidi Bergman, che assiste i militari appena rientrati dal fronte. Ma l'azienda per cui lavora non è cosi onesta come sembra: «E un thriller in cui mi hanno affidato un doppio personaggio, vulnerabile e autoritario. Sono orgogliosa di Homecoming, è un prodotto artistico». «Arte» e «libertà» sono termini che ricorrono in più di un'occasione: li usa anche il fumettista e scrittore Neil Gaiman, presentando le prime immagini dell'attesa serie Good Omens, tratta dal romanzo, scritto a quattro mani con il genio del fantasy comico Terry Pratchett, Buona Apocalisse a tutti!. «Ricordo di aver sprecato anni a proporre a chiunque il progetto di American Gods: tutti mi dicevano che era troppo strano, troppo inconsueto. Amazon, appena l'ha letto, l'ha voluto immediatamente. È gente che ha rispetto per la libertà degli autori». E cosi Gaiman, dopo aver firmato un contratto in esclusiva per la piattaforma, e lavorato alla seconda stagione di American Gods, è riuscito a rendere reale anche «l'ultimo desiderio di Pratchett, cioè quello di trasformare Buona Apocalisse a tutti! in una serie tv. Terry Gilliam voleva farne un film, ma non ci è riuscito. L'ho scritta in 18 mesi, ci sono 10 milioni di fan in tutto il mondo pronti a linciarmi, se dovessi sbagliare». Ma dalle prime immagini mostrate ieri - uno spassoso dialogo tra candido angelo Michael Sheen e il diavolo dagli occhi di serpente David Tennant, e una sequenza con Jon Hamm nei panni (sempre elegantissimi) dell'Arcangelo Gabriele - Good Omens, «la prima commedia mai girata sull'Apocalisse», ha le carte in regola per diventare uno dei cult del 2019.
Farà parlare di sé anche The Romanoffs, la prima delle novità Prime Video a trovare la via dello streaming il 16 ottobre, che ieri a Londra ha festeggiato la sua première: nata dalla penna di Matthew Weiner, tomato a scrivere per la tv a 11 anni da Mad Men, The Romanoffs è una serie in otto puntate, autonome l'una dall'altra, ambientate ai giorni nostri e accomunate da uno spunto, cioè l'appartenenza di alcuni dei protagonisti alla stirpe degli zar di Russia. Colonna sonora rock (Cake, Lou Reed nei primi due episodi), pochi nomi celebri nel cast (Aaron Eckhart, Isabelle Huppert) e molti volti che Weiner spera di lanciare, «come fu con Mad Men. Ho voluto mantenere lo stesso staff, lo stesso approccio cinematografico alle inquadrature e un certo senso dello humor». Che ne I Romanoffs ha una qualità nera, quasi sovversiva, come si intuisce già dall'intrigante sigla inziale: «Non mi interessa raccontare storie in cui non ci sia umorismo, anche se si tratta di melodrammi».
Tra gli altri titoli presentati ieri, molta Germania con le nuove stagioni della serie Deutschland, 86 e 89 (tutta sulla caduta del Muro), il thriller Beat, ambientato nei club della Berlino techno tra dj set e traffico di organi, e la coproduzione franco-tedesca Deutsch-les-Landes, sorta di Benvenuti al Sud in cui un paesino francese in bancarotta viene ripopolato da ricchi tedeschi.
Confermato anche il ritorno di Jack Ryan, in una seconda stagione in cui a John Krasinski si affiancherà Noomi Rapace, «nei panni di una donna tostissima - ha detto l'attore - ma poco amichevole», e l'arrivo nel corso del 2019 del misterioso Carnival Row, fantasy-steampunk con Orlando Bloom detective e Cara Delevingne fata ribelle. «Non sarà un fantasy come tutti gli altri - ha detto la modella e attrice - tratterà temi importanti e politici, come l'immigrazione, il classismo e il razzismo". Una serie che segna un altro esordio in tv, quello di Orlando Bloom: "È un film epico, ambientato in un mondo quasi vittoriano. Non potevo tirarmi indietro di fronte a un progetto così particolare. Cosi artistico".
1 commento:
curiosissima su tutti i titoli!
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