L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"The Walking Dead", la 7° stagione la peggiore e diventa caso da manuale
"Con un lungo episodio finale di mezza stagione, da noi in Italia su Fox, finisce in pausa per qualche mese The Walking Dead. La settima stagione è stata finora la peggiore sotto il profilo delle critiche, delle reazioni dei fans e inevitabilmente anche dei numeri, scesi a livello del momento nero nel 2013. La serie che fino a ieri è stato il più imprevedibile e straordinario successo degli anni Dieci, ha perso negli Usa sei milioni di spettatori in pochi episodi, più di un terzo rispetto alla prima puntata, e anche nel resto del mondo è arretrata parecchio. Una ripresa in grande stile è sempre possibile, e unottava stagione di i6 episodi è già in preparazione. Quasi undici milioni di americani che si sono riuniti ancora a fine novembre per TWD in diretta "lineare", vanno considerati comunque un'eccezione, se paragonati al milione e 800 mila del secondo telefilm nella classifica delle tv via cavo, che è pur sempre un kolossal, già amato anche dalla critica, come Westworld di HBO, o dal milione e 40o mila del più facile Shameless di Showtime. Al provvisorio finale gli autori e AMC hanno messo un titolo che si può leggere come una metafora dell'impasse televisivo della serie: Hearts Still Beating, Cuori che battono ancora. Già, è proprio il battito di TWD che sembra un po' spento, langue sotto il tallone di Negan» e scivola nel «torture porre», ha scritto Kevin Fitzpatrick di Scveencrush. A TWD non ha funzionato nemmeno il trucchetto "d'allungare il bando", ovvero di tirare avanti in termini di tempo, come fanno le tv in Italia con i programmi di punta, che è snaturante. Su questa prima parte della settima stagione di TWD, AMC s'è giocata la battaglia con episodi che vengono chiamati "Extended Run Time": dilatando le lunghezze da 60 a 70 o 80 e persino 90 minuti, si stravolge la natura stessa del racconto, saltano alcune regole di costruzione e mutano per ritmo e intensità anche i "cliffhangers", i preziosi agganci di suspense. L'altra lezione riguarda le esagerazioni del marketing, e si è vista già tutta dopo il primo episodio imperniato sul nuovo cattivo Negan, con in mano la sanguinante mazza con filo spinato, icone della sterminata campagna promozionale, rivelatasi, alla fine, controproducente. il troppo stoppia, come si dice, anche allo zombie. Snaturato dall'aspettativa eccessiva e da un salto di genere e da un allungamento di narrazione, The Walking Dead 7/I è già un caso da manuale, che la dice lunga su quanto siano da prendere sul serio — anche Mika ne sa qualcosa — il linguaggio specifico della Tv e i meccanismi della comunicazione". (Paolo Martini)
lunedì 19 dicembre 2016
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1 commento:
In effetti, a parte la prima e l'ultima puntata, ha fatto abbastanza caghicchiare..
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