NEWS - Netflix, numeri ok nel 4° trimestre (+ 3.57 milioni di utenti fuori dagli Usa) ma si parla sempre di una vendita della società
Articolo tratto da "Corriere Economia"
Sarà stato merito di Pablo Escobar o delle inquietanti avventure degli
adolescenti di «Stranger Things», fatto sta che Netflix è riuscita a
sorprendere (positivamente) non solo il pubblico, ma anche i mercati e
soprattutto gli azionisti. I risultati del quarto trimestre hanno
decisamente battuto le attese degli analisti, forti anche del notevole
incremento di utenti: 3,57 milioni in più (fuori dagli Stati Uniti)
contro le attese che parlavano invece di 2,3 milioni. Ora la creatura di
Reed Hastings può contare su una platea virtuale di 83,3 milioni di
utenti paganti e 91,9 milioni di iscritti.
I numeri in incremento difficilmente immaginabile lo scorso trimestre
quando gli azionisti avevano comunicato i loro malumori al fondatore di Netflix accusandolo di investire troppo (800 milioni in tecnologia e
sviluppo e 5 miliardi per le nuove produzioni per poco meno di 2
miliardi di fatturato) e pensare poco al dividendo. Hastings ha avuto
ragione e si è preso la sua piccola vendetta in occasione della
presentazione dei conti: «è ormai evidente — ha detto Hastings — che io
debba scusarmi ancora una volta per la volatilità del titolo», salito
del 20% dopo aver perso fino al 13% nei mesi precedenti, fatto per cui
Hastings si era scusato una prima volta durante la precedente assemblea
degli azionisti. Al Wall Street Journal martedì scorso l'analista di
MoffettNathanson Michael Nathanson aveva dichiarato, a proposito dei
numeri di Netflix:
«È un anno strano
questo. In un certo senso siamo stati incapaci di prevedere cosa potesse
offrire un mercato nuovo». Una lezione che Netflix ha imparato bene
dato che il mercato domestico degli Stati Uniti è cresciuto meno dello
scorso anno quando aveva raggiunto 1880.000 nuovi abbonati. La società
ha comunque superato le attese negli Usa, aggiungendo 370 mila nuovi
utenti invece che 300
mila, complice anche la concorrenza di Amazon che sta rosicchiando
percentuali di mercato sempre più importanti grazie a serie autoprodotte
come Mozart in the Jungle. Parlando di cifre, invece, nel terzo
trimestre il fatturato di Netflix ha superato, per la prima volta, i 2
miliardi di dollari ( 36% anno su anno), aiutato, per l'appunto, dagli
ultimi titoli sfornati: Stranger Things e la seconda stagione di Narcos.
Hastings, però, consiglia cautela, forte sia dell'altalena del titolo,
sia della considerazione che, nonostante i (quasi) 100 milioni di
abbonati nel mondo, «Facebook e YouTube hanno un miliardo di utenti
attivi al giorno». Come a dire, «non ci fermeremo certo qui». Da un lato la crescita continuerà grazie alle produzioni
originali, parallelamente proseguirà anche l'espansione su nuovi
mercati. A settembre Netflix è stato lanciato in Polonia e Turchia: il
servizio di streaming ha iniziato ad accettare il pagamento in valuta
locale e ha aggiunto un'interfaccia utente, sottotitoli e doppiaggio in
lingua locale, oltre ad alcuni contenuti locali. Discorso diverso,
invece, per la Cina, un mercato che lo stesso Hastings si è augurato di
riuscire a conquistare. Il sistema,
dato il complesso contesto normativo per i servizi di contenuti digitali
stranieri, potrebbe essere lo stesso utilizzo (anche se per ragioni
differenti) in Italia. Ossia, dare ai fornitori di servizi online già
esistenti in Cina i contenuti in licenza, invece di lanciare il proprio
servizio nel Paese nel breve periodo. Non ci si aspettano grandi numeri
per il momento da questa operazione, ma l'obiettivo è «lanciare in modo
diretto il nostro servizio al popolo cinese». Le criticità del sistema
Netflix, però, non mancano, nonostante la crescita, al punto che da
inizio mese si parla di una possibile vendita della stessa società. Nel
mirino c'è innanzi tutto la sostenibilità del business che deve fare i
conti con una concorrenza notevole. Senza scordare che gli ultimi grandi
numeri sono il risultato di due serie azzeccate: ne basterebbe solo una
mal fatta per affossare conti e titolo. Tra i nomi degli eventuali
acquisitori sono stati fatti quelli di Apple e di Disney, senza però
farsi turbare dai recenti e fallimentari tentativi di Twitter che ha una
storia (e un bilancio) decisamente differente. La società di Cupertino,
forte dei propri numeri, punterebbe a un rilancio di iTunes,
piattaforma Ott (Over The Top) che al momento subisce la concorrenza di
Netflix. Per Disney si tratterebbe invece di consolidare una partnership
già avviata con la produzione e la distribuzione di serie legate ai
personaggi Marvel. Altro nome possibile è quello di Amazon, che andrebbe
in questo modo ad arricchire la sua offerta E il mercato italiano?
Cifre ufficiali non sono mai state fornite. Alcune stime parlano di
circa 200 mila abbonati mai confermati dal gruppo californiano. Numeri
comunque più bassi delle attese, ma realizzati in pochi mesi e che
devono confrontarsi con gli utenti di realtà ben più radicate con
offerte più complete. Non bisogna dimenticare che quando Neflix è
arrivata in Italia a ottobre aveva già concesso i diritti di «House of
Cards» e «Orange is The New Black», serie cult in onda su Sky e Premium. La partita è ancora aperta.
mercoledì 2 novembre 2016
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