L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
"Peaky Blinders", cult inglese d'inizio Novecento dove i cattivi sono i buoni
"E' il
2013 quando sulla BBC fa il suo esordio Peaky Blinders: porta la firma
di Steven Knight, già regista di Locke, penna tra le più raffinate dello
scenario inglese; la storia che racconta è quella di un gruppo di
gangster vecchio stampo, metà british e metà zingari, veterani della
Grande Guerra e con l'obiettivo di diventare ricchi. Il successo è quasi
immediato: Peaky Blinders viene riconfermata per una seconda e per una
terza stagione e, solo pochi giorni fa, per una quarta e una quinta.
Oggi è una delle serie televisive - in Italia disponibile su Netflix - più interessanti non solo nel panorama
inglese, ma pure in quello internazionale: la crescente qualità,
puntata dopo puntata, e un cast di caratteristi - primo tra tutti
Cillian Murphy - ne ha fatto in brevissimo tempo un cult. Il merito,
inutile dirlo, è di Knight: che ha saputo ricostruire un mondo, quello
dei primi anni del Novecento, e una città, la Birmingham
industrializzata; e che ha messo insieme, in un unico racconto, alcuni
dei temi più interessanti e controversi (la criminalità londinese, il
comunismo, i servizi segreti; complotti ed oscurantismo di inizio
secolo) della storia del Regno Unito. I protagonisti sono criminali:
picchiatori feroci, armati di lame e revolver. Il loro capo, Thomas Shelby, interpretato da Murphy, è un soldato e uno
stratega; ha sempre un piano e in ogni stagione punta sempre più in
alto: da Birmingham a Londra, dalle scommesse clandestine agli affari
legali. I suoi più stretti collaboratori sono i suoi fratelli. La sua
guida, sua zia. Si innamora, soffre, perde. Poi si rialza, vince; e
meglio ancora: si vendica. Come tante altre serie, anche Peaky Blinders
racconta il male - e, soprattutto, la bestialità umana. Ma attenzione: i
cattivi, qui, sono i buoni; alla fine della prima stagione non
riuscirete a fare a meno di tifare per i criminali, di odiare la Corona e
i suoi rappresentanti - Sam Neill, volto storico della televisione e
del cinema inglese, è il maggiore Chester Campbell, oppressore dell'Ira e
sbirro integerrimo - e di credere che giusto e sbagliato siano due
concetti piuttosto relativi nella loro assolutezza. Sullo sfondo: i fumi
industriali, i canali inquinati, le grandi costruzioni di mattoni
rossi, i pub e i figli d'Inghilterra martoriati e storditi dalla
tragedia della guerra. In primo piano, accompagnati dalla musica dei
Nick Cave e The Bad Seeds (la loro Red Right Hand fa da opening ad ogni
episodio), modernissimi Robin Hood che non esitano ad uccidere innocenti
pur di guadagnare: per sé stessi prima che per i poveri".
(Gianmaria Tammaro, 09.06.2016)
lunedì 13 giugno 2016
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