L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Fear the Walking Dead", racconto epico sulle paure globali
"Paramount
Channel sta proponendo «Fear the Walking Dead», spin offe prequel della
celebre serie «The Walking Dead» (canale 27 del dtt, giovedì, 2L10).
Nella Città degli Angeli, dove le persone vanno per sfuggire ai propri
segreti e seppellire il proprio passato, un'epidemia misteriosa minaccia
di distruggere la fragile stabilità che i protagonisti sono riusciti a
crearsi. Lo scenario è ancora apocalittico, l'avanzata degli zombi pare
inarrestabile. «Fear the Walking Dead» è creata da Robert Kirkman e Dave
Erickson per la Amc. Anch'essa è basata sul fumetto omonimo di Robert
Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard: è il classico prodotto «di genere»
che strizza l'occhio agli appassionati della graphic novel da cui è
tratto. Ma è anche un grande racconto epico, una narrazione popolare e
raffinata allo stesso tempo, in cui sentimenti e pulsioni prendono forma
narrativa. Per dirci cosa? Che dobbiamo temere i morti viventi? Che la
fine del fondo procede? Che perle famiglie Manawa e Salazar il destino è
segnato? Citando «Game of Thrones» il politologo francese Dominique
Moïsi ci ricorda che «l'inverno sta avanzando», ovunque. Nel suo recente
La géopolitique des séries, ou le triomphe de la peur (Stock, 2016),
Misi sostiene che le serie americane raccontano, meglio di ogni altra
forma espressiva, la globalizzazione della paura. Per esempio, «Game of
Thrones» «esprime la fascinazione per il caos, la paura di fronte al
ritorno della barbarie, il Medioevo di ieri che evoca il Medio Oriente
di oggi». Anche una serie come «Fear the Walking Dead» contribuisce ad
arricchire il catalogo delle paure del mondo, qualunque spavento
incarnino gli zombi. Traduce il nostro sconcerto di fronte a un mondo
complesso e ansiogeno. Moïsi è perentorio: «Sappiamo che i terroristi
dell'Isis sono molto connessi a Internet e possiamo domandarci se non si
ispirino alle serie per atterrire l'opinione pubblica mondiale»". (Aldo Grasso, 26.03.2016)
martedì 29 marzo 2016
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1 commento:
serie molto banale rispetto all'originale, davvero pessima
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