L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
La recitazione di Sutherland la cosa migliore di "Touch"
"L'universo come organismo regolato da una progressione costante di rapporti e relazioni numeriche, gli individui che lo abitano come puntini collegati da un filo rosso, destinati a incontrarsi ed entrare nelle reciproche esistenze secondo un piano di interconnessioni invisibili ai più. Questa la visione che ispira «Touch», nuova serie americana in onda su Fox (Sky, martedì, ore 21.50). La storia racconta il dono di Jack, un bambino speciale, apparentemente distaccato da ciò che accade di fronte a lui (è autistico, non parla, ha difficoltà a stabilire un contatto fisico con le altre persone) ma in realtà più profondamente consapevole del disegno del destino, proprio grazie alla sua capacità di leggere e «vedere» le sequenze di che stabiliscono le interconnessioni e quindi il dispiegarsi degli eventi futuri. A volte queste interconnessioni si manifestano attraverso un oggetto concreto, come un cellulare che passa di mano in mano raccogliendo nel suo viaggio storie e ricordi. Spesso si animano nei luoghi metafora della modernità, spazi di transito e «non luoghi» come gli aeroporti, dove i destini s'intrecciano e a volte pochi secondi bastano per cambiare la direzione di un'esistenza. Insieme a Jack c'è suo padre, Martin Bohm (Kiefer Sutherland), un ex giornalista che ha perso la moglie durante l'11 settembre. Quando scopre la dote speciale di Jack, Martin fa di tutto per aiutarlo a decifrare le sequenze numeriche che possono direzionare in positivo gli eventi del futuro. L'idea di partenza di «Touch» è affascinante e potenzialmente molto adatta a una narrazione «a incastro» come quella della serialità televisiva. È ancora presto per dire se «Touch» saprà ben dispiegare questo potenziale, e mantenersi credibile nella complessità delle trame intrecciate. Però la curiosità nei confronti di questa serie era tutta per il ritorno sugli schermi di Kiefer Sutherland, il mitico agente Jack Bauer di «24», la cui interpretazione mantiene le aspettative: la sua intensa figura paterna, che si sforza in tutti modi di cercare un contatto con il figlio, è forse la cosa migliore del telefilm".
(Aldo Grasso, 13.04.2012)
venerdì 13 aprile 2012
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1 commento:
sono daccordo, la recitazione è la cosa migliore di questo telefilm troppo ripetitivo
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