Articolo di Renato Franco sul "Corriere della Sera" di oggi
"«Perché odio Katherine Heigl»: se l’antipatia è un indice del tasso di popolarità, Katherine Heigl può stare tranquilla. Commenti così se ne leggono a cascata su Internet. Due risposte per cominciare. Perché è tanto antipatica? Primo: per il suo desiderio di protagonismo. Secondo: perché è ipocrita. Terzo: perché fuma. Ma soprattutto: chi è Katherine Heigl? Il nome dice poco, il suo (bel) viso lo riconoscono in tanti. Diventata famosa con la serie di fantascienza per teenager Roswell, ora è da 101 episodi (ossia dall'inizio, cinque stagioni) nel cast di un altro serial che raccoglie milioni di telespettatori. In Grey's Anatomy interpreta la dottoressa Izzie Stevens: nel feuilleton televisivo, tra alti e bassi escogitati dagli sceneggiatori per tener desta l'attenzione, ora sono tutti in apprensione per lei perché il tumore che aveva sconfitto, si è rifatto vivo e le cose si mettono male.Ma non è questo il motivo per cui tutti la odiano. La lista di ragioni è lunga come la coda al Passante di Mestre. La sua ultima uscita fuori posto è stata nel talk show di David Letterman, qualche giorno fa, dove si è lamentata del primo giorno di riprese sul set della sesta stagione di Grey’s Anatomy: «Abbiamo lavorato — lo continuo a dire perché spero che si imbarazzino — per 17 ore in un giorno, cosa che credo sia crudele». Una lamentela giudicata da molti media fuori luogo, visto il tasso di disoccupazione crescente negli Usa. Patrick Goldstein sul Los Angeles Times ha rilanciato le parole del produttore televisivo e blogger Ken Levine, che in un articolo intitolato «Perché odio Katherine Heigl... di nuovo» aveva stigmatizzato le sue richieste e i suoi atteggiamenti da diva: altro che 17 ore, i produttori avevano concentrato le riprese per poterle permettere di fare la promozione del suo nuovo film in uscita, con aggravio di costi di produzione proprio per gli straordinari pagati alla troupe.
Non le è bastato nemmeno prendere le difese di T.R. Knight, suo collega in Grey’s Anatomy, per suscitare un minimo sindacale di simpatia. L'attore, omosessuale, ha avuto più di un problema con un altro compagno di set, Isaiah Washington, che alla fine è stato allontanato dal telefilm per aver dato in due occasioni (sul set e in un’intervista) del «frocio» a Knight. È successo due anni fa, ma la Heigl non perde occasione di tornare a parlare dell'accaduto e la stampa americana ha iniziato a interpretare le sue frasi come voglia di mettersi in mostra. Anche recentemente ha spiegato: «Non sono intervenuta per ragioni politiche, ma in difesa dei sentimenti delle persone. È molto semplice nella mia testa: non devi ferire i sentimenti delle persone. Non mi interessano le loro preferenze sessuali o razza o sesso. Non lo fai e basta. Siamo tutti esseri umani, parte della razza umana e dobbiamo essere comprensivi e generosi e gentili l'uno con l’altro. Basta con Michael Richards. Basta con Mel Gibson. È disgustoso. Il mondo è ancora molto bigotto. Andate a vedere Borat. Non ho riso durante quel film. Ho pianto. Ero disgustata». C'è anche la questione del fumo. Nell'America salutista, ostentare la dipendenza dalla nicotina viene considerato un gesto insopportabile. Le foto di Katherine, classe 1978, sposata con il cantante Josh Kelley, con una sigaretta in bocca, passano su decine di siti, con commenti al vetriolo come «Rieccola con un bastoncino di cancro tra le dita» o «Continua così e ti verrà la pelle di un coccodrillo». Mica finita. Non la sopportano nemmeno i produttori e gli autori di Grey's Anatomy. L'attrice non perde l'occasione di criticare, direttamente o indirettamente, la serie. L'anno scorso, la decisione di tirarsi fuori dalla corsa all’Emmy (l'Oscar della tv, vinto nel 2007 proprio per il suo ruolo) sostenendo di non aver fornito interpretazioni «degne di una nomination», non ha fatto felice chi lavora con lei. Il gesto è stato interpretato come il tentativo di colpire autori e produttori del telefilm, con cui non condivideva lo sviluppo che avevano dato al suo personaggio. Del resto sui giornali e in tv, la storia del tumore la liquida come «una mossa strategica acchiappa ascolti». Prima ancora aveva avuto da ridire sul suo stipendio, giudicato troppo basso rispetto ad altri. E che dire di questa dichiarazione? «Non sopporto gli show con dottori per protagonisti. Guardo solo Scrubs, ma quelli non comici, come Er, mi mettono l’ansia». Come Grey’s Anatomy — vien subito da pensare — che di ER in fondo è il clone per più giovani.
Non sta simpatica nemmeno a Seth Rogen e Judd Apatow, rispettivamente protagonista (con la Heigl) e regista di Molto incinta (2007). Rogen ha accusato Katherine di ipocrisia, per aver detto che Molto incinta era un film «sessista» che «dipinge le donne come frustate e senza un minimo di humour, mentre gli uomini sono buffi e amanti del divertimento». Ora però fa finta di niente e recita in una commedia come La dura verità, giudicata da molti critici maschilista e scontata. L’ultima prova della sua attrattiva al contrario? Mettendo sui motori di ricerca il suo nome e la parola «hate», odio, vengono fuori circa 500.000 pagine. Qualcuno però la difende. Ken Tucker, sul sito di Entertainment Weekly, ha scritto che la sua performance al Letterman è stata «brillante e divertente» e che la frase sulle 17 ore di lavoro era solo «una punzecchiatura ai propri capi, di quelle che facciamo un po’ tutti». Per Tucker, comunque la Heigl «deve trovare migliori film e migliori registi perché lei sta cercando di non essere solo un sex symbol e per una donna a Hollywood è un risultato difficile da ottenere». Con qualche sorriso in più e qualche battuta acida in meno magari ci riesce".
Non le è bastato nemmeno prendere le difese di T.R. Knight, suo collega in Grey’s Anatomy, per suscitare un minimo sindacale di simpatia. L'attore, omosessuale, ha avuto più di un problema con un altro compagno di set, Isaiah Washington, che alla fine è stato allontanato dal telefilm per aver dato in due occasioni (sul set e in un’intervista) del «frocio» a Knight. È successo due anni fa, ma la Heigl non perde occasione di tornare a parlare dell'accaduto e la stampa americana ha iniziato a interpretare le sue frasi come voglia di mettersi in mostra. Anche recentemente ha spiegato: «Non sono intervenuta per ragioni politiche, ma in difesa dei sentimenti delle persone. È molto semplice nella mia testa: non devi ferire i sentimenti delle persone. Non mi interessano le loro preferenze sessuali o razza o sesso. Non lo fai e basta. Siamo tutti esseri umani, parte della razza umana e dobbiamo essere comprensivi e generosi e gentili l'uno con l’altro. Basta con Michael Richards. Basta con Mel Gibson. È disgustoso. Il mondo è ancora molto bigotto. Andate a vedere Borat. Non ho riso durante quel film. Ho pianto. Ero disgustata». C'è anche la questione del fumo. Nell'America salutista, ostentare la dipendenza dalla nicotina viene considerato un gesto insopportabile. Le foto di Katherine, classe 1978, sposata con il cantante Josh Kelley, con una sigaretta in bocca, passano su decine di siti, con commenti al vetriolo come «Rieccola con un bastoncino di cancro tra le dita» o «Continua così e ti verrà la pelle di un coccodrillo». Mica finita. Non la sopportano nemmeno i produttori e gli autori di Grey's Anatomy. L'attrice non perde l'occasione di criticare, direttamente o indirettamente, la serie. L'anno scorso, la decisione di tirarsi fuori dalla corsa all’Emmy (l'Oscar della tv, vinto nel 2007 proprio per il suo ruolo) sostenendo di non aver fornito interpretazioni «degne di una nomination», non ha fatto felice chi lavora con lei. Il gesto è stato interpretato come il tentativo di colpire autori e produttori del telefilm, con cui non condivideva lo sviluppo che avevano dato al suo personaggio. Del resto sui giornali e in tv, la storia del tumore la liquida come «una mossa strategica acchiappa ascolti». Prima ancora aveva avuto da ridire sul suo stipendio, giudicato troppo basso rispetto ad altri. E che dire di questa dichiarazione? «Non sopporto gli show con dottori per protagonisti. Guardo solo Scrubs, ma quelli non comici, come Er, mi mettono l’ansia». Come Grey’s Anatomy — vien subito da pensare — che di ER in fondo è il clone per più giovani.
Non sta simpatica nemmeno a Seth Rogen e Judd Apatow, rispettivamente protagonista (con la Heigl) e regista di Molto incinta (2007). Rogen ha accusato Katherine di ipocrisia, per aver detto che Molto incinta era un film «sessista» che «dipinge le donne come frustate e senza un minimo di humour, mentre gli uomini sono buffi e amanti del divertimento». Ora però fa finta di niente e recita in una commedia come La dura verità, giudicata da molti critici maschilista e scontata. L’ultima prova della sua attrattiva al contrario? Mettendo sui motori di ricerca il suo nome e la parola «hate», odio, vengono fuori circa 500.000 pagine. Qualcuno però la difende. Ken Tucker, sul sito di Entertainment Weekly, ha scritto che la sua performance al Letterman è stata «brillante e divertente» e che la frase sulle 17 ore di lavoro era solo «una punzecchiatura ai propri capi, di quelle che facciamo un po’ tutti». Per Tucker, comunque la Heigl «deve trovare migliori film e migliori registi perché lei sta cercando di non essere solo un sex symbol e per una donna a Hollywood è un risultato difficile da ottenere». Con qualche sorriso in più e qualche battuta acida in meno magari ci riesce".
8 commenti:
sarà anche insopportabile, ma è molto brava...
peccato che la mossa strategica acchiappa ascolti non sia quella del tumore (che è anche uno spoiler gigantesco per chi non ha visto GA 5)
e chi non l'ha visto???
Ma se le fanno tanto schifo i film/telefilm in cui lavora, perchè non rifiuta i ruoli o decide di andarsene? :D (Disoccupazione?)
una che lavora solo per soldi e le fa schifo quello per cui guadagna...: vediamo, dalle mie parti c'è solo un nome per identificarla...TR..A!
secondo me è la più brava di G'A
nonostante le critiche di Grasso sugli spoiler, il Corriere continua a fornire spoiler a ripetizione!!!
senza di lei G'SA perde il 40% delle potenzialità
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