Ogni tanto esce fuori un matto. No, non un serial-killer, quanto qualche esperto del caso (con la "s", non con la "z") che imputa alla "cattiva maestra" televisione, in questo caso ai telefilm, le peggiori motivazioni e pulsioni sociali. Questa volta tocca allo psicanalista dell'adolescenza Gustavo Pietropolli Charmet - nomen omen - già docente di Psiclogia all'Università Bicocca di Milano, chiamato da Repubblica.it a commentare l'omicidio di Niscemi. L'intervistatore chiede a Pietropollo chi abbia suggerito un rituale tanto vicino alle procedure mafiose, e l'eminente psicologi risponde senza vergogna: "I telefilm tipo 'RIS' o qualcosa del genere. Sono stati ispirati da un immaginario e una simbologia iscritta dietro la rappresentazione massimediale del delitto. Un tempo non erano disponibili suggerimenti simili. Il comportamento dei ragazzi sarebbe stato più banale, meno complesso". Ipse dixit. Roba da far rimpiangere il Moige...! Consoliamoci con l'amorevole e realistico ritratto di Chiara Poli sui serial-lovers, quelli per cui "la vita è un telefilm" senza bisogno di psicologi da strapazzo...: http://beta.foxtv.it/magazine/2008/05/16/speciale-for-serial-lovers/
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8 commenti:
io certa gente la vorrei mettere in una cella e buttare via la chiave
Perché scandalizzarsi?
Può darsi che lo psicologo abbia ragione. I telefilm possono anche istigare un omicidio, così come un film, o un libro o anche un videogame.
In effetti dopo che libri e film hanno divulgato la prova delle impronte digitali, tutti gli assassini usano i guanti o puliscono le impronte.
Ora c'è la prova del DNA e quindi, grazie a CSI e ai giornali, gli assassini stanno attenti a non lasciare residui corporei.
Poi c'è la prova del telefonino, ecc.
Insomma, la cultura di massa influenza i comportamenti, anche quelli criminali.
Il problema è se sia direttamente ed in grande scala criminogena. Se si scoprisse che CSI istiga a commettere migliaia di omicidi l'anno, sarebbe da sospendere. Non credo proprio però.
Trasmissioni o pubblicazioni che istigano direttamente al razzismo o all'odio etnico vengono giustamente chiuse. Non è il caso di nessun telefilm che conosco. Sono anzi lo specchio della società.
Pietropollo insegnava alla Bicoque! ah ah ah ah ah
Scusate, ma è ovvio che se vedi tutti i giorni in tv gli escamotage degli assassini, se proprio un assassinio devi compiere magari qualche idea o la rubi o ti ci ispiri.
E che tristi prese in giro per Charmet, che è uno stimato professionista.
Mi spiace, ma questo post ha un tono superficiale e sensazionalistico...
In pratica sta dicendo che il problema è la divulgazione scientifica. La soluzione di tutti i problemi è l'ignoranza. Per il popolino. Mentre gli psi-eccetera mantengono il monopolio della conoscenza...
Aveva ragione Ron Hubbard...
Charmet vale uno di quegli psicologi che fanno di tutto per apparire da Vespa e che dicono banalità a go-go. E' chiaro che è importante l'uso che si fa della tv, con chi la si guarda, il senso critico...tutte belle parole...ma qui lo psycho dà un giudizio senza appello: è colpa dei telefilm tipo RIS (o CSI). E' lui il banalotto, ed è lui che non ci fa bella figura. Come tutti quelli che pensano che chi vede i telefilm siano fanatici (o serial killer)
Chi leggeva Diabolik diventava assassino, chi guardava Goldrake diventava violento, chi guardava Sailormoon diventava transessuale, chi guardava Ken il guerriero lanciavi i sassi dai ponti ( !!!!), ora chi guarda i telefilm diventa assassino.
Certo che gli psicologi il cui cognome finisce in "et" dovrebbero andare a chiacchierare solo da Vespa per avere un minimo di presenzialismo, perché se no chi gli dà retta?
Poverini, fanno pena.
...Oddioooo!!!!! E io che sono appassionato di Star Trek che diventerò??? Un serial killer di alieni?
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