sabato 10 giugno 2006
BOLLETTINO - Pink Power: quote rosa anche nei telefilm?
Tu chiamala se vuoi voglia di parità, ma se il mondo dei telefilm si tinge sempre più di rosa, sempre più oscuro appare il destino delle sue protagoniste che mai come oggi rivendicano pari dignità e trattamenti rispetto ai colleghi maschietti. L’ultimo capitolo di discriminazione riguarda la chiusura di “Commander in Chief” con la Presidentessa degli Stati Uniti interpretata da Geena Davis. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui l’attrice scorrazzava con Susan Sarandon per l’America dei torti (maschili) subiti vendicandosi pistole in pugno in “Thelma e Louise”. Eppure se il Presidente in gonnella non ha resistito più di un ciclo nonostante il titolo di serie esordiente più vista (ma non abbastanza secondo i dirigenti dell’ABC), più concessioni ha goduto il collega presidenziale maschile interpretato da Martin Sheen in “West Wing”, anch’esso in deficit d’ascolti da almeno in paio di stagioni. Altro sintomo di rivendicazione femminista giunge dalla topolona Evangeline Lilly di “Lost”, la quale intervistata dal “Corriere della Sera” ha confessato che “ogni volta che mi arriva un copione tremo, chiedendomi in quante scene dovrò apparire nuda o quasi. Le mie inquadrature senza veli, diciamolo, sono perlopiù gratuite, e per fortuna non mi hanno ancora assoggettato al nudo integrale nè mi hanno imposto di fare sesso con 6 uomini alla volta”. Su “Vanity Fair” Evangeline ha rincarato la dose svelando che quel maschilista di J.J. Abrams l’avrebbe voluta in topless nella puntata-pilota, ma lei è riuscita a convincerlo affinchè indossasse il reggiseno. Chissà se tra le ipotesi da lei sottoposte all’ideatore di “Lost” c’era anche il vestito da suora. Tipa tosta invece la sua collega di spiaggia Michelle Rodriguez, che invece di smaltire 240 ore di servizi sociali dopo essere stata beccata a guidare in stato di ubriachezza, ha preferito farsi 5 giorni dietro le sbarre. Se mai la cacciassero da “Lost”, le porte delle celle di “Prison Break” le si spalancherebbero in un attimo. Ha avuto vita più serena Ellen Pompeo di “Grey’s Anatomy” (nella foto) che ha rivendicato, sempre a “Vanity Fair”, di essere stata lei a scegliere il co-protagonista maschile: “mi hanno fatto vedere 6 attori e ho puntato l’indice dicendo che volevo Patrick Dempsey!”. Forse ha avuto gioco facile facendo comunella con l’ideatrice Shonda Rhimes, l’unica donna crea-serial della tv americana. Se fossimo in Evangeline Lilly ci informeremmo sui suoi prossimi progetti…
(Articolo di Leo Damerini tratto dal "Bollettino dell'Accademia" sul "Telefilm Magazine" di Giugno)
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5 commenti:
se una serie non va è bene che chiuda
W ELLEN POMPEO
GREY'S non è male, ma meglio DR. HOUSE
POMPEO, un cognome, un programma
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