L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
In "Deutschland 86" le contraddizioni tedesche senza giudizi
"La vita ai tempi della guerra fredda è al centro di Deutschland 86, secondo capitolo di un'ideale trilogia iniziata con Deutschland 83, di cui rappresenta appunto il sequeL E una storia di spionaggio in cui le trame dei servizi segreti e le intime vicende personali dei personaggi convergono restituendo l'affresco di un'epoca (Sky Atlantic). Martin Rauch (Jonas Nay), giovane ufficiale della Ddr, è di nuovo al centro di una delicata missione. Dopo che, sul finire della prima stagione, la sua azione d'infiltrato presso la Germania Ovest era stata scoperta, si trova ora sotto copertura in Angola; qui viene raggiunto dalla zia Lenora (Maria Schrader), potente agente della polizia segreta. Rispetto alla stagione precedente, Deutschland 86 mette in luce il progressivo incrinarsi della struttura economica e militare di una Ddr sull'orlo del collasso. Dietro le (presunte) granitiche convinzioni ideali, si cela in realtà la consapevolezza di un mondo in frantumi, tentato — nemmeno troppo velatamente — dalle opportunità dell'«odiato» sistema occidentale. L'imperturbabile Lenora, nella speranza di salvare quel che resta dello Stato, non rinuncia a trafficare armi come intermediario tra la Germania Ovest e il Sudafrica trovando nell'idealismo del nipote Martin un ostacolo al suo disegno. E persino il freddo commissario della Stasi Walter Schweppenstette è immortalato mentre, nella solitudine del suo appartamento, guarda Das Traumschiff, soap opera della Germania occidentale (di fatto, la versione locale di Love Boat). II risultato è una serie intelligente che non sembra voler esprimere giudizi, ma ricostruire le contraddizioni e le angosce di un periodo della storia nazionale ancora vivo nei ricordi della popolazione; i dettagli delle ambientazioni, dei paesaggi urbani, dei riferimenti socio-culturali di vita quotidiana, inoltre, sopperiscono a scene d'azione non sempre credibili". (Aldo Grasso)
mercoledì 16 gennaio 2019
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