NEWS - Achtung, compagni! Nei network tv a garantire fedeltà e fare tendenza sono le serie tv, non più lo sport ("è un'aggiunta"). E dal 27 febbraio debutta Paramount Channel in chiaro...
Articolo tratto da "Affari e Finanza"
II
futuro della televisione sarà in chiaro. La pay tv non scornparira, ma
rallenterà con il free to air che si allargherà. Una tendenza che a
livello internazionale è in atto da tempo e adesso prende piede in
Italia. A fine mese sul numero 27 del telecomando debutterà Paramount
Channel, un canale gratuito del colosso americano Viacom dove saranno
trasmessi film e serie televisive. Nelle scorse settimane Sky ha
rilevato proprio da Viacom il canale numero 8, dove c'era Mtv, per
trasformarlo in una rete generalista, mentre Discovery ha comprato il
numero 9 trasformando in "neogeneralista" Deejay Tv. Insomma a muoversi
sono proprio i grandi editori della tv a pagamento. «Più che uno
spostamento verso il chiaro, si tratta di un allargamento dell'offerta
per coprire fasce di pubblico diverse», osserva Francesco Siliato,
docente di Sociologia delle comunicazioni al Politecnico di Milano e
partner dello Studio Frasi, che aggiunge: «Per la pay tv, aggredita da
offerte on demand come Netflix, ampliare il mercato vuole dire
difendersi. E il pubblico generalista ha capito da tempo che l'offerta
televisiva si è ormai estesa a 20/30 canali». Non a caso la pay tv
fatica a far crescere la sua base abbonati. Colpa della crisi economica
ma anche dello sviluppo del digitale terrestre che ha ricevuto quantità
di spettro multiple rispetto a quelle degli altri Paesi europei e a
prezzi molto bassi. Anche per questo Sky ha avviato da qualche anno un
percorso di cambiamento che ha portato ad affiancare al modello di tv
satellitare a pagamento, nuovi modi per crescere nel mercato televisivo.
Insomma la miglior difesa è l'attacco con l'obiettivo di contrastare il
dominio delle generaliste: senza dimenticare che i canali in chiaro
possono servire come finestre per la televisione a pagamento.
In questo senso la strategia di Discovery è evidente: dopo il debutto
nel 1997 con un'offerta in esclusiva su Tele , nel 2010 il gruppo ha
iniziato a investire sul free to air, prima con Real Time - ottavo
canale nazionale per share - poi con Dmax (uno dei più seguiti tra il
pubblico maschile). I risultati sono evidenti: i 14 canali garantiscono
uno share medio del 6,4% facendo di Discovery il terzo editore italiano.
Sulla stessa lunghezza d'onda si muove Viacom che ha scelto di
presidiare anche l'ambito in chiaro con l'obiettivo di costruire un
portafoglio di prodotti ampio e diversificato per soddisfare i bisogni
degli spettatori che non si riconoscono nell'offerta attuale. Si punta
quindi sulla tv in chiaro nella speranza di recuperare reddittività che a
livello di pay tv in Italia è tra le peggiori in Europa. Colpa anche
della concorrenza a suon di sconti e offerte promozionah - in
particolare tra Sky e Mediaset - che taglia i margini di guadagno senza
far aumentare gli abbonati. La scelta di andare in chiaro convince gli
addetti ai lavori e d'altra parte le rilevazioni dello
studio Frasi sul consumo televisivo degli abbonati Sky e Mediaset
mostrano come le serie tv e gli eventi più importanti siano seguiti free
to air anche dal pubblico delle tv a pagamento. «Il paradigma è
cambiato: i grandi eventi sono le serie che da un lato garantiscono la
fedeltà dell'abbonato, dall'altro fanno tendenza. Lo sport serve sempre,
ma in aggiunta», dice Siliato. «In termini di ritorno per un editore
hanno più valore cinque buone serie che l'intera Olimpiade». C'è poi
un'altra questione: per passare dalla tv in chiaro alla pay servono
importanti - e costose - offerte di prime visioni con il rischio di
drenare risorse senza garantire ritorni immediati, mentre il passaggio
inverso è più facile perché gli asset di pregio già esistono. La
difficoltà è piuttosto quella di calibrare l'offerta a pagamento con
quella in chiaro. «Di certo non porteremo in free i capisaldi della
pay», dicono a Sky. «I nostri abbonati continueranno ad avere i
contenuti di pregio molto prima, in alta definizione e senza
interruzioni». Sui canali del digitale terrestre arriveranno contenuti
pensati per garantire la crescita del fatturato pubblicitario, senza
dimenticare che una finestra in chiaro permette di gestire più
facilmente quei diritti sportivi che richiedono una esposizione anche
fuori dalla Pay, come nel caso della MotoGp o delle Olimpiadi.
L'obiettivo di fondo è aumentare la raccolta pubblicitaria sommando a
quella profilata - che fa concorrenza al web - delle tv quella
pagamento, quella delle reti in chiaro. Chiudendo all'angolo tutti
quanti non riescano a stare al passo.
martedì 16 febbraio 2016
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1 commento:
echeccazzo! un'altro network?
già ho gli occhi a palla per quelli che ci sono!
ah ah ah
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