NEWS - "Con Telecom Sky anche su Internet. Netflix? In Italia non arriverà. Troppi canali in Italia, bassa qualità": Andrea Zappia (AD Sky) sulle strategie satellitari in un'intervista sul "Corriere della Sera"
Intervista a Andrea Zappia, AD di Sky, realizzata da Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"
«È
un accordo strategico della durata di 5 anni per portare per la prima
volta l'offerta di Sky, così com'è oggi, anche su rete Internet
super-broadband». Andrea Zappia, 50 anni, amministratore delegato di Sky
Italia, sta portando la media company in Italia di Rupert Murdoch
verso il completamento dell'occupazione dei canali di trasmissione: dopo
il satellite, l'offerta free di Cielo e il digitale terrestre (con le
chiavette), l'accordo appena siglato con Telecom Italia permetterà dal
2015 di avere la pay tv via Internet. Non è la prima mossa del gruppo in
questa direzione: MySky e soprattutto il recente lancio di SkyOnline
utilizzavano già la rete. Ma ora il dado è tratto e crollano le pareti
tra due mondi che sembravano dovere essere nemici. Sky su Internet
sembra un cambio di identità forte. Un punto di non ritorno. Qual è
l'obiettivo dell'intesa? «Per noi fa parte di una strategia più ampia:
per quasi 11 anni abbiamo operato attraverso il satellite che rimane la
forma di distribuzione del segnale televisivo più efficiente per fare
offerte multicanali in alta definizione. Ma non è l'unica. Già oggi
siamo una piattaforma ibrida: siamo online, su satellite e sul digitale
terrestre. Ma per molte case in Italia ci sono problemi di accesso».
La
trasmissione televisiva ha una sua sacralità per l'utente. La telefonata
può saltare. Ma se saltasse il segnale durante un goal decisivo sarebbe
un disastro. Vuole dire che vi attendete una qualità pari a quella che
potete fornire con il satellite anche sul Web? «La nostra strategia è
uscire dal recinto del satellite che, pur essendo straordinario, per sua
natura, soprattutto in un paese con alta intensità abitativa, è
limitato potenzialmente. Anzi l'offerta su Internet avrà qualche
opportunità in più sull'on demand. Fino ad oggi on è mai esistita
un'offerta simile perché avevamo bisogno di una rete veloce e protetta.
Ma ora il lavoro di Telecom Italia ci permetterà di garantirla». Non
temete che il web possa cannibalizzare la parabola costringendovi magari
a sostenere il costo dell'affitto del satellite per pochi? «Noi non
siamo un'azienda satellitare: siamo una media company capace di produrre
e aggregare i contenuti tv che i nostri clienti vogliono. Il satellite
rimane ad oggi molto efficace. In tante parti d'Italia Internet veloce
non arriverà. Il satellite non morirà mai e oggi non c'è nessun motivo
per chi ha Sky di cambiare tipo di abbonamento. Anche se il 100% della
crescita futura arrivasse via cavo noi non avremmo problemi. Il punto
importante è che Sky, da ora in avanti, ha l'obiettivo di raggiungere le
famiglie con tutti i modi rilevanti. In questo recinto ci hanno un po'
chiuso le autorità e i governi con la retorica del monopolista del
satellite: come se la trasmissione satellitare fosse un mercato. Ora
abbiamo annunciato un'offerta Over the top come Sky online e l'accordo
con Telecom con il quale pensiamo di poter accedere quanto meno a un
milione e mezzo di case che oggi non possono avere la parabola». Sono
numeri che avete già stimato con precisione? «Prenda una città come
Siena o Venezia e tutta una serie di palazzi storici nei centri delle
città italiane che hanno delle limitazioni soprattutto per chi come noi
vuole portare più di un cavo. Sappiamo che sono almeno 1,5 milioni di
famiglie. Quindi il ragionamento che abbiamo fatto è: sia che si arrivi
dall'alto con il satellite o dal basso con la fibra per noi non cambia
nulla. A patto che sia un'esperienza comparabile con quella che abbiamo
nel satellite. La realtà è che serve una porzione di banda riservata per
poterlo fare. Già molte case possono fare streaming di buona qualità.
Il problema è il multicanale e il multicast con tanti utenti - pensiamo
al calcio - che guardano la stessa cosa». Perché solo con Telecom? Non
avrebbe avuto senso fare l'accordo con tutti gli operatori? «L'accordo
non è esclusivo. Però Telecom ha mostrato una grande determinazione
nella spinta di un prodotto di questo genere e, inoltre, ha una capacità
dal punto di vista commerciale molto elevata. Riteniamo che attraverso
una partnership con loro ci possa essere una maggiore opportunità di
entrare in case dove oggi non siamo». Il modello di business non cambia?
Resterete legati agli abbonamenti? «Sì, ma non solo. Il 92% del nostro
fatturato arriva dagli abbonamenti. Ma, per esempio, Sky online nasce
senza abbonamento. Noi crediamo che chi vada online difficilmente
cerchi un contenuto di archivio. Più probabilmente è chi si scarica il
«Trono di spade» illegalmente. Allora glielo diamo contemporaneamente
all'uscita negli Usa, o quasi, nella speranza che preferisca farlo
legalmente. Per questo abbiamo meno titoli di Netflix o
Infinity».
L'eventuale arrivo in Italia di Netflix, rumor in circolazione, non cambierà il vostro posizionamento? «Credo che
difficilmente un operatore come Netflix entrerà in Italia perché la loro
posizione è forte dove non esiste un'offerta gratuita così
significativa. Negli Usa l'abbonamento basic per la tv non è lontano
dai 70 dollari. Allora l'arrivo di un'offerta a 9,99 dollari cambia il
panorama. Ma di fronte a 90 canali gratuiti faccio fatica a
distinguermi. In Italia abbiamo avuto un sviluppo anomalo ottenendo un
eccesso di offerta gratuita. L'Italia ha molti più canali in chiaro di
qualunque altro Paese Ue e se questo è un bene per il consumatore
rende insostenibile lo sviluppo dell'offerta tranne per chi ha tanti
canali. La pubblicità si è ridotta e si ridurrà la qualità. Credo che a
premiare non sia la quantità ma la qualità perché abbiamo tutti meno
tempo da dedicare alle scelte. Le do un aneddoto: in Gran Bretagna MySky
si chiama SkyPlus e 'to skyplus' è diventato un verbo che significa
registrare. Questo perché gli anglosassoni amano pianificare. Per noi è
diventato più importante il tasto 'restart' perché siamo un popolo non
certo famoso per la puntualità».
martedì 15 aprile 2014
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2 commenti:
la prima ad avere troppi canali è SKY!
ok, viva Sky Atlantic e Fox, ma gli altri canali?
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