martedì 3 luglio 2012

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm tratti dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
Quella famiglia ha vinto la sfida
"Il rischio che la terza stagione di «Parenthood» dimostrasse che la serie aveva in realtà esaurito le buone idee, che il tema delle relazioni familiari e del loro complicato dispiegarsi nella vita di tutti i giorni costituiva ormai un filone esaurito era forte. La conclusione della seconda stagione aveva infatti dato qualche avvisaglia di stanca, lasciando presagire un inevitabile calo narrativo (Joi, Mediaset Premium, sabato, ore 21.15). Invece la pausa ha fatto bene al telefilm: per quello che si è potuto vedere in queste prime puntate della nuova stagione, le vicende dei Braverman continuano a catturare e coinvolgere. Certo, a tratti la serie cede a un tono troppo «soapizzato», ma il telefilm rimane sicuramente uno dei migliori family drama visti negli ultimi tempi. Il segreto della serie ideata da Jason Katims è paradossalmente proprio la sua semplicità: «Parenthood» regala quello che promette, ovvero un racconto profondo ed emotivo di cosa voglia dire essere genitore e cosa essere figlio nelle diverse fasi della vita, attraversando diverse generazioni. Il suo aspetto migliore è la capacità di tratteggiare i caratteri dei personaggi, con i loro dialoghi disordinati e sovrapposti per catturare la spontaneità del parlato, con i loro problemi «normali», e le loro reazioni spesso sbagliate alle piccole e grandi difficoltà della vita di tutti i giorni. Ciascuno dei figli della famiglia Braverman costituisce un piccolo nucleo narrativo a sé, da cui si diramano, intrecciandosi armoniosamente, tutte le diverse storie. C' è la volitiva e inquieta Sarah (Lauren Grahm), divisa tra sofferenze del passato e future speranze. C' è Adam (Peter Krause), destinato a portare sulle sue spalle il peso di tutte le responsabilità. E poi Crosby (Dax Shepard), eterno Peter Pan costretto quasi a suo malgrado a una profonda maturazione".
(Aldo Grasso, 01.07.2012) 

1 commento:

Anonimo ha detto...

serie sottovalutata, meno che da Grasso

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