L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri
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Paragoni in punta di...tacchi
"Adoro quando un ragazzo ti dice di camminare più svelta sui tacchi. E' come se io gli dicessi di non venire così in fretta...!".
(Morena Baccarin, 19.05.2011)
il manifesto
Dopo "24", l'assuefazione dell'Occidente
"L'ipotesi del complotto, dopo la negazione di buona parte della storia del Novecento, dai lager nazisti, allo sbarco americano sulla luna, all'evento terroristico di Ground Zero di cui la morte di bin Laden chiude un ciclo, riprende con più vigore. Ma in questo caso ciò che lascia sbigottiti, non è la fantasia dei complottisti, ma la strategia mediatica della presidenza americana, che ha comunicato al mondo un evento di cui erano state preventivamente rimosse tutte le prove. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad una ingenuità eccessiva: le foto non vengono mostrate perché «raccapriccianti», il cadavere è stato gettato a mare per evitare che la tomba di bin Laden diventasse oggetto di pellegrinaggio. Nonostante ciò si richiede all'opinione pubblica mondiale un atto di fede, la certezza che l'evento si è consumato, anche in assenza di prove tangibili. In particolare di quella prova suprema che è stata costituita dalla visibilità dei fatti. È difficile pensare a ingenuità comunicativa da parte dello staff dirigenziale del paese che ha fatto dello storytelling l'arma vincente della sua propaganda. La guerra in Iraq è stata presentata all'opinione pubblica internazionale come buona e giusta ricorrendo ai reportage dei giornalisti embedded: la Fox ha aiutato la propaganda con servizi come il salvataggio della soldatessa prigioniera del nemico, che si è rivelato a posteriori una vera e propria fiction. Lo stato americano sa usare le immagini a fini propagandistici e l'avrebbe fatto anche in questa circostanza, se l'immagine fosse stata accettabile. [...] Ci sono immagini insostenibili in determinati contesti culturali. Michel Foucault apre il suo libro 'Sorvegliare e punire' con la descrizione dettagliata del supplizio di Damien. Già la cronaca di quella violenza ci appare insopportabile, ma per uno spettatore illuminista appare insostenibile soprattutto la pratica pubblica del supplizio, la sua esibizione come spettacolo. Con l'illuminismo si passa dal concetto di pena al concetto di rieducazione ed oggetto dell'intervento educativo non sono più i corpi, ma le anime. Tutto ciò resiste fino ad un passato prossimo in cui la globalizzazione reintroduce attraverso la cultura islamica, la visibilità di pratiche punitive cruente, dal taglio della mano alla lapidazione, per arrivare alla strage terroristica. Dopo una reazione iniziale di rifiuto, la risposta culturale dell'Occidente mostra una progressiva assuefazione allo spettacolo della violenza. Pensiamo a telefilm come '24' dove la pratica della violenza e della tortura sono giustificate da motivi di sicurezza nazionale. Pensiamo ad Abu Ghraib. Le immagini che all'epoca del Vietnam avrebbero suscitato scandalo e dimissioni del governo, vengono tutto sommato tollerate da un'opinione pubblica che prima di occuparsi di problemi morali, si preoccupa della propria personale sicurezza".
(Carlo Freccero e Daniela Strumia, 05.05.2011)
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Una Rose (piena di spine) per Osama
"Son felice che l'ultima cosa che ha visto Bin Laden prima di morire sia stata la potenza dell'esercito americano. Vorrei solo che avessimo potuto ucciderlo più di una volta! Motherfucker".
(Rose McGowan, 02.05.2011)
VANITY FAIR
Berlusconi come J.R.?
"Mia nonna Rosa diceva sempre che noi Berlusconi siamo "pegg che 'Dallas'...".
(Luna Berlusconi, 06.04.2011)
ALLURE
Orgoglio latino
"'Desperate Housewives' è stato una novità, come una pietra miliare per la comunità latino-americana in televisione, perchè i Solise erano la famiglia più ricca dell’isolato, e loro sono messicani".
(Eva Longoria, Aprile 2011)
EMMY
Orgoglio in action
“Penso che ci sia stata un’evoluzione nel genere dai tempi di 'Buffy' e 'Alias'. Mi ricordo di aver visto parrucche terribili sulle controfigure. Poi tagliano la scena nei primi piani, per ripartire con una ripresa più ampia, e sai benissimo che non è l’attrice che sta recitando. Quando io combatto, la ripresa è fissa sulla mia faccia, in stile Bourne. Questo è quello che ti aspetti da un film di quel calibro, quindi perché non dovresti aspettartelo anche da una serie televisiva?”.
(Maggie Q, Aprile 2011)
giovedì 21 luglio 2011
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5 commenti:
CHE MONELLA LA BACCARIN!
eh si...
maggie q gnocca da paura!
completamente di accordo col la BACCARIN,
ma i tacchi mai meno di 12 centimetri......
Maggie Q è divina
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