venerdì 26 giugno 2009

NEWS - Farrah, la ragazza dai capelli color miele: il ricordo di Pierangelo Sapegno su "La Stampa" di oggi
"Farah Fawcett è morta di cancro pochi giorni prima di sposare Ryan O’Neal, l’amore di tutta la sua vita, ma anche l’attore di un film che ha segnato un’epoca, Love Story. La realtà, ancora una volta, ha fregato la finzione, rendendo vuote, così inutili, le sue lacrime. In quella pellicola degli Anni 70, Ryan sposava la dolce Jennifer prima di vederla spegnersi per una leucemia. Ma la trama della vita ha raccontato una storia più crudele, stretta dagli scherzi del destino e dai nostri tempi, e svelata persino in diretta tivù, l’unico perverso legame che esiste davvero fra la finzione e la realtà. In quel documentario di 90 minuti, Farrah’s Story, così realistico da scandalizzare pure quelli che lo guardavano in lacrime, una telecamera seguì l’attrice dappertutto, nei gabinetti medici, fra referti e radiografie, e nel suo letto di dolore con il cancro al retto. L’occhio della tivù la guarda nei silenzi, o mentre parla, mentre fissa il cielo dalla finestra, sorride e si bagna di pianto, sussurrando: «So benissimo che tutti prima o poi muoiono. Ma io non voglio morire a causa di questa malattia». Seguendo quelle immagini, O’Neal aveva appena finito di rivelare a Barbara Walters, conduttrice dell’Abc, che questa volta finalmente avrebbe sposato Farrah, dopo una storia durata 29 anni, dopo una famiglia senza unione, dopo «un amore che non era mai finito». Lei era peggiorata. Ma lui disse: «Ho chiesto a Farah di sposarmi innumerevoli volte e adesso che sta combattendo per la propria vita, finalmente ha acconsentito. E lo faremo il più presto possibile, appena avrà la forza di dire sì. Anche se potrà solo annuire». Solo che non è finita come Love Story. Nella realtà, è arrivata prima la signora in nero. Anche se in quel documentario che tante polemiche aveva scatenato, Farah s’era aggrappata così fortemente alla vita da crederci ancora, da dirlo agli spettatori, cercando di vincere la sua paura. Si truccava gli occhi, pure quando andava a fare le terapie, e fissava con coraggio la sua amica Alana Stewart che la seguiva dappertutto con la videocamera. Un testamento, crudo e dolente. Aveva 62 anni. Era nata bene, Farah, figlia di un petroliere texano, cresciuta nelle scuole private cattoliche, prima di studiare all’Università del Texas. Un fotografo aveva spedito le sue immagini a un agente di Hollywood, David Mirisch, che era saltato sulla sedia: «Ma questa ragazza è già una star». E la sua vita sembrava davvero così in discesa che ebbe successo subito, al primo colpo, con la serie Charlie’s Angels. Poi vennero Sunborn, Saturn 3, The burning bed 2 e un altro sceneggiato famoso, Una povera ragazza ricca, ma per tutti restò sempre l’angelo biondo di Charlie’s Angels. Era un mito degli Anni Ottanta, un’attrice da un milione di dollari a film, una donna molto americana, che mangia poco, fa tanto sport, non beve e non fuma, come raccontava lei ai giornalisti, una figura sottile, i denti bianchissimi e i capelli color miele, un angelo biondo che aveva strappato un contratto da 20 milioni di dollari per legare il suo volto ai prodotti di bellezza, quella sua immagine di buona salute, di benessere made in Usa, tutto vitamine, sport, bicchieri di latte. Diceva che era stufa di recitare donne tormentate, disfatte da grandi dolori, provate da terribili esperienze. «Vorrei tanto interpretare un’oca giuliva», confessò una volta. Anche qui ci ha pensato la vita. Non ha avuto un’esistenza da commedia brillante. La storia con Ryan cominciò nell’80, e andò avanti tra alti e bassi, crisi e gelosie. Si separarono nel ‘97, ma ritornarono insieme quattro anni dopo, quando a O’Neal fu diagnosticata la leucemia. Anche quella volta sembrava il film di Love Story a parti invertite, perché Jennifer proprio per quel male aveva perso la vita. Farah tornò al suo fianco per stargli vicino e aiutarlo. Era il 2001. Ryan ce la fece. Da allora non si sono più lasciati. Nel 2006 era arrivato quest’altro cancro, molto più impietoso. Ryan lo sapeva e per questo aveva sognato il matrimonio. Diceva che lo voleva allegro, spensierato. Disse: «Abbiamo preparato tutto come un gioco. Io mi truccherò da gigolò. Vogliamo stare allegri». Disse così. Come se si potesse vincere, sul lato storto della vita.

1 commento:

gemma ha detto...

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