sabato 2 maggio 2009

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Destra/sinistra, i telefilm si schierano al prossimo Telefilm Festival
Come cantava Giorgio Gaber: “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?/Tutti i film che fanno oggi son di destra, se annoiano son di sinistra”. Le omologazioni e le etichette sono sempre state deleterie, ma il gioco, se non la provocazione, inducono la suggestione. “West Wing”, con il Presidente democratico Josiah Bartlet, è di destra o sinistra? Il Presidente di colore David Palmer, antesignano di finzione di Barack Obama in “24”, che schieramento potrebbe rappresentare? “Brothers&Sisters” verso quale fazione tende? Si potrebbe continuare a lungo nel quiz destra/sinistra e non per niente il divertissement sarà al centro di uno degli incontri più attesi del prossimo Telefilm Festival (7-10 maggio, all’Apollo SpazioCinema di Milano): l'appuntamento è per venerdì 8 maggio alle ore 18.00. Tanto per aggiungere carne al fuoco, si confronteranno i telefilm con i reality-show, prendendo spunto dalla vittoria di Luxuria a “L’Isola dei Famosi” e dalla conseguente chiosa che in realtà si trattasse della sublimazione della Sinistra reale (incarnata da Vladimir) contro la Sinistra fuori dalla realtà del PD in crisi. Una provocazione partita dalla prima pagina di “Liberazione”, poi passata da una puntata memorabile di “Annozero” e che approderà infine alla settima edizione del TF, riveduta e corretta con un titolo altrettanto provocatorio: “Sono più di sinistra i reality show o i telefilm?”. Esperti, giornalisti e partecipanti di reality si confronteranno in un ping pong che è un po’ una sorta di spin-off più politico dell’incontro di qualche edizione fa tra l’Isola dei famosi e quella di “Lost”. Esistono poi miriadi di serie en travesti che apparentemente sembrano di una parte e in realtà propendono all’altra. Prendete “Nip/Tuck”, per esempio. I due chirurghi protagonisti ostentano lussuria, bolidi che costano un patrimonio, case all’ultimo design, vestiti firmatissimi. La bellezza come (apparente) orgasmo dei sensi. In realtà, sotto pelle batte un cuore e, soprattutto un’anima comunista. La puntata delle gemelle siamesi che decidono di dare un taglio alla loro esistenza attaccata cutaneamente è esemplare. In parallelo, come spesso succede nel telefilm di quel gran genio di Ryan Murphy, scorre la storia di Troy e McNamara che, sull’orlo di una crisi, paventano l’idea di andare ognuno per la propria strada. Alla fine, dopo l’operazione, solo una delle due gemelle sopravvive, mentre i due maghi del bisturi decidono di restare insieme. La morale che solo insieme ce la si può fare (a sopravvivere), dividendo gioie e dolori, non è poi così di destra. Anzi. Ve lo ricordate “Arcibaldo”, nell’anno di grazia 1971, con il protagonista che dopo aver ospitato Sammy Davis Jr. sulla sua intoccabile poltrona e ostentato liberalismo in salotto, una volta uscito l’ospite da casa disinfettava tutto con aria disgustata, al pari di quando bussavano alla porta i dirimpettai Jefferson? E’ stato il personaggio più di destra fino agli anni 2000, razzista all’estremo (oltre che con i neri, ce l’aveva anche con gli handicappati, con il marito-convivente di sua figlia, che aveva la disgrazia di essere polacco e con Kissinger perché di origini tedesche), sessista e misogino con la figlia (quando la poveretta tornava a casa dopo essere stata aggredita per strada, Archie la faceva desistere dalla denuncia con la minaccia che in tribunale la potevano far passare da “adescatrice”), schiavista con la moglie dalla quale rifiutava con irritazione gli abbracci (“non davanti ai ragazzi”, era la scusa ricorrente del protagonista). Odiava la cultura come la peste, perché riteneva che non solo fosse superflua, ma addirittura dannosa, in ogni caso sostituibile dal quel “buon senso comune” che non doveva rispondere a tanti “perché?”. Era l’uomo medio americano di allora. Chi sono i suoi eredi, in tempi di crisi economica e di austerity? House, forse? O anche lui indossa una maschera come i chirurghi di “Nip/Tuck”? E una curiosità alla fine: Luxuria andrebbe mai sotto il bisturi di Troy e McNamara? Il dibattito è aperto. (Articolo di Leo Damerini pubblicato sul "Telefilm Magazine" di Maggio)

1 commento:

nausica ha detto...

ottimo pezzo

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