L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Transparent", pregi e vezzi del cinema indie
"Dopo i successi di
Netflix, anche ad Amazon è riuscito il colpo di
produrre una serie che si è guadagnata visibilità e riconoscimenti in
tutto il mondo: è «
Transparent», che in Italia è trasmessa da
Sky Atlantic (martedì, 21.10). Morton
L. Pfefferman (interpretato dal bravissimo
Jeffrey Tambor) è un docente
di scienze politiche in pensione: ha tre figli adulti e una ex moglie,
Shelly. Per tutta la vita è stato per tutti Morton, al maschile: padre,
marito, professore. Ma lui si è sempre sentito qualcos'altro, con una
forte componente femminile intrappolata in un corpo e nei ruoli di un
maschio: quando con l'avanzare dell'età gli obblighi e i vincoli sociali
iniziano ad allentarsi, comincia la sua transizione, da Morton a Maura. Abiti femminili, una nuova casa in un quartiere meno elegante ma più
inclusivo per tutti i «diversi», nuove amicizie che la aiutano nel non
facile percorso di cambiare la sua vita completamente. Si capisce presto
che il fulcro di «
Transparent» non è
tanto quello di descrivere la transizione di Morton verso Maura, ma di
esplorare le conseguenze che il suo coming out ha sulle vite e sulle
relazioni dei vari membri della famiglia Pfefferman. I più coinvolti sono naturalmente i figli, chiamati a ridefinire, ciascuno a modo suo, il rapporto con la figura paterna. «
Transparent»
ha tutti i pregi e i vezzi (per non dire limiti) del cinema americano
indie: sceglie di concentrarsi su un contesto sociale molto specifico e
molto privilegiato (la upper class creativa ebraica della costa ovest), a
cui si dedica con un'osservazione intima e di dettaglio, a volte
pervasa della leggerezza anche grottesca della commedia, a volte della
profondità amara del dramma psicologico. Per fortuna, in
«Trasparent» non c'è nessun tentativo di modellizzare o rendere
simbolico un tema molto delicato e quella di Maura Pfefferman resta,
giustamente, solo una storia tra le molte che si potevano raccontare". (
Aldo Grasso, 29.06.2015)
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