giovedì 27 settembre 2007

L'EDICOLA DI LOU - Articoli e stralci sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

LIBERO
Duchovny, da X-Files a XXX-Files con "Californication"
"Dimenticate gli eccessi di 'Nip/Tuck': su Italia 1 sta per arrivare un serie veramente audace. A paragone della quale i chirurghi McNamara e Troy sembrano dei novellini. Il telefilm in questione, che Mediaset e Jimmy si starebbero contendendo, è “Californication”. Protagonista, un David Duchovny riveduto e corretto in versione hard. In questa comedy, infatti, l’eroe di “X-Files” ha abbandonato i panni del gelido agente Fox Mulder per vestire quelli, decisamente più bollenti, di Hank Moody. Uno scrittore divorziato, in crisi di ispirazione e con figlia tredicenne da mantenere. Ma soprattutto un uomo sesso dipendente, malato a tal punto da infrangere, con le sue perversioni, qualsiasi remora morale. Per avere un’idea dello stile della serie, è sufficiente la puntata pilota: qui il nostro eroe, se così si può definire, esordisce facendo sesso orale con una suora. La situazione non migliora negli episodi successivi, dove ad accendere il desiderio (e non solo) del protagonista sono ragazzine minorenni, donne sposate, amanti varie e sessioni di autoerotismo. Il tutto condito con una buona dose di cocaina e mariuana. Stando alle indiscrezioni, il telefilm dovrebbe approdare in primavera su Italia1, naturalmente in seconda serata. Su satellite, invece, la destinazione principe dovrebbe essere Jimmy. Quel che è certo è che con sé, dovunque andrà, “Californication” porterà un buon strascico di polemiche, come è accaduto in America. Qui la serie si è guadagnata la seguente recensione sulla rivista “Rolling Stone”: "è il telefilm più sporcaccione che si possa vedere in tv senza estrarre la carta di credito". Ma se la stampa protesta e grida allo scandalo, sono più possibilisti gli addetti ai lavori. Che salutano con entusiasmo il debutto italiano del telefilm: “Californication” rappresenta la nuova frontiera del genere seriale", spiega Leo Damerini, fondatore dell’Accademia dei Telefilm, "perché porta agli estremi la realtà. Oggi i telefilm non si accontentano di raccontare il quotidiano: puntano alla satira". Gli eccessi, quindi, non andrebbero interpretati come giudizi ma come provocazioni: "è indubbiamente un prodotto innovativo, che spinge l’acceleratore in una direzione nuova. L’arma però è la provocazione, non lo scandalo a tutti i costi. Indipendentemente dal fatto che sposi un taglio eccentrico e maschilista", continua Damerini. "Il sesso e la droga sono delle virgole nel racconto. Lo stesso maschilismo è apparente perché dietro al suo cinismo c’è ben altro". Più che i contenuti, il punto di forza della serie sembra essere David Duchovny: l’eroe di “X-Files” funziona. E in versione comedy è ancora più credibile. Dimesso e cinico, Duchnovy rappresenta l’altra metà del cielo di “Sex and the city”: l’icona degli uomini single in preda del sesso, che vorrebbero amare e si rifugiano nella droga. In America si sono ritrovati in lui, tanto che nelle sole prime tre settimane di programmazione le sue avventure hanno inchiodato davanti al televisore 2mln di americani. Resta ora da vedere di che pasta sono fatti gli italiani.
(Francesca D'Angelo, 27.09.2007)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non vedo l'ora

Nike ha detto...

i primi episodi non sono niente male in fatto di provocazioni. Se quella è la vita del borghese medio americano, c'è da chiedersi come gli USA facciano ad essere la prima potenza mondiale.....

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