Emilia Clarke si ricorda di quel piatto di frutta. Era il 2010 e l’attrice si presentava al provino di “Game of Thrones”, davanti al direttore del casting e ai produttori, ma l’unica cosa che riusciva a vedere era quel piatto di frutta. Pensò: «Wow, deve essere un’audizione seria!». Lei era cresciuta nella campagna del Berkshire e si proponeva per il ruolo di Daenerys Targaryen, regina dei draghi e potenziale erede al trono di spade. Si era preparata studiando i romanzi di George R.R. Martin e ascoltando le canzoni di Tupac Shakur, per imparare a tirare fuori un po’ di ferocia. I produttori l’hanno scelta per quella somiglianza a Giovanna D’Arco, di intensità messianica. Intanto la “HBO” decideva di spendere quanto un Lannister: 8 milioni di dollari per la puntata pilota, 60 milioni di dollari per creare la prima stagione della serie. Investimento che dopo cinque anni si è tradotto nello show più di successo della storia, con oltre 18 milioni di spettatori a episodio. Dice la Clarke: «Mai avrei pensato a un simile risultato. Mi ci sono voluti cinque anni per realizzare quello che è accaduto, e a volte ancora non credo di farne parte». Sarà la Sarah Connor di “Terminator: Genisys” e ha rifiutato la parte da protagonista in “Cinquanta sfumature di grigio”: «Non me ne pento» dice tranquilla. «Mi ero già mostrata nuda e non volevo essere etichettata come una che sa fare solo quello». Passerà lo stesso al grande schermo, dopo essere stata pagata 7 milioni a stagione in “Game Of Thrones”. Quello che la rende un’attrice anomala è che sia pressoché irriconoscibile, senza le tuniche e i capelli color platino. E’ bruna e sembra una studentessa universitaria più che una star. Non ci sono nudi nel prossimo “Terminator”, e quelli di “Game Of Thrones” per ora sono finiti: «Ci sono altre donne che si spoglieranno. Per adesso i miei capezzoli sono a riposo». Il 12 aprile parte la quinta stagione, dove non sarà più isolata e incontrerà Tyrion Lannister, a giugno la Clarke già starà sul set della sesta stagione.
Telefilm. Quelli che hanno fatto sognare, ridere, piangere, emozionare. Quelli che sono entrati di diritto nella nostra cultura pop. Quelli in attesa di giudizio e quelli rimandati al mittente. Cult e SuperCult, Cotti e Stracotti. News, anteprime, gossip e commenti dal co-autore del "Dizionario dei Telefilm" (Garzanti), di "La vita è un telefilm" (Garzanti), co-fondatore dell'Accademia dei Telefilm e Direttore Artistico del "Telefilm Festival", ideatore del "Gioco dei Telefilm": Leo Damerini.
sabato 28 marzo 2015
NEWS - Inversione sulla via Emilia. La Clarke di "GOT" su "Hollywood Reporter": "nella 5° stagione i miei capezzoli riposano. Basta nudo, ho rifiutato anche '50 Sfumature'..."
Intervista e foto da "Hollywood Reporter"
Emilia Clarke si ricorda di quel piatto di frutta. Era il 2010 e l’attrice si presentava al provino di “Game of Thrones”, davanti al direttore del casting e ai produttori, ma l’unica cosa che riusciva a vedere era quel piatto di frutta. Pensò: «Wow, deve essere un’audizione seria!». Lei era cresciuta nella campagna del Berkshire e si proponeva per il ruolo di Daenerys Targaryen, regina dei draghi e potenziale erede al trono di spade. Si era preparata studiando i romanzi di George R.R. Martin e ascoltando le canzoni di Tupac Shakur, per imparare a tirare fuori un po’ di ferocia. I produttori l’hanno scelta per quella somiglianza a Giovanna D’Arco, di intensità messianica. Intanto la “HBO” decideva di spendere quanto un Lannister: 8 milioni di dollari per la puntata pilota, 60 milioni di dollari per creare la prima stagione della serie. Investimento che dopo cinque anni si è tradotto nello show più di successo della storia, con oltre 18 milioni di spettatori a episodio. Dice la Clarke: «Mai avrei pensato a un simile risultato. Mi ci sono voluti cinque anni per realizzare quello che è accaduto, e a volte ancora non credo di farne parte». Sarà la Sarah Connor di “Terminator: Genisys” e ha rifiutato la parte da protagonista in “Cinquanta sfumature di grigio”: «Non me ne pento» dice tranquilla. «Mi ero già mostrata nuda e non volevo essere etichettata come una che sa fare solo quello». Passerà lo stesso al grande schermo, dopo essere stata pagata 7 milioni a stagione in “Game Of Thrones”. Quello che la rende un’attrice anomala è che sia pressoché irriconoscibile, senza le tuniche e i capelli color platino. E’ bruna e sembra una studentessa universitaria più che una star. Non ci sono nudi nel prossimo “Terminator”, e quelli di “Game Of Thrones” per ora sono finiti: «Ci sono altre donne che si spoglieranno. Per adesso i miei capezzoli sono a riposo». Il 12 aprile parte la quinta stagione, dove non sarà più isolata e incontrerà Tyrion Lannister, a giugno la Clarke già starà sul set della sesta stagione.
Emilia Clarke si ricorda di quel piatto di frutta. Era il 2010 e l’attrice si presentava al provino di “Game of Thrones”, davanti al direttore del casting e ai produttori, ma l’unica cosa che riusciva a vedere era quel piatto di frutta. Pensò: «Wow, deve essere un’audizione seria!». Lei era cresciuta nella campagna del Berkshire e si proponeva per il ruolo di Daenerys Targaryen, regina dei draghi e potenziale erede al trono di spade. Si era preparata studiando i romanzi di George R.R. Martin e ascoltando le canzoni di Tupac Shakur, per imparare a tirare fuori un po’ di ferocia. I produttori l’hanno scelta per quella somiglianza a Giovanna D’Arco, di intensità messianica. Intanto la “HBO” decideva di spendere quanto un Lannister: 8 milioni di dollari per la puntata pilota, 60 milioni di dollari per creare la prima stagione della serie. Investimento che dopo cinque anni si è tradotto nello show più di successo della storia, con oltre 18 milioni di spettatori a episodio. Dice la Clarke: «Mai avrei pensato a un simile risultato. Mi ci sono voluti cinque anni per realizzare quello che è accaduto, e a volte ancora non credo di farne parte». Sarà la Sarah Connor di “Terminator: Genisys” e ha rifiutato la parte da protagonista in “Cinquanta sfumature di grigio”: «Non me ne pento» dice tranquilla. «Mi ero già mostrata nuda e non volevo essere etichettata come una che sa fare solo quello». Passerà lo stesso al grande schermo, dopo essere stata pagata 7 milioni a stagione in “Game Of Thrones”. Quello che la rende un’attrice anomala è che sia pressoché irriconoscibile, senza le tuniche e i capelli color platino. E’ bruna e sembra una studentessa universitaria più che una star. Non ci sono nudi nel prossimo “Terminator”, e quelli di “Game Of Thrones” per ora sono finiti: «Ci sono altre donne che si spoglieranno. Per adesso i miei capezzoli sono a riposo». Il 12 aprile parte la quinta stagione, dove non sarà più isolata e incontrerà Tyrion Lannister, a giugno la Clarke già starà sul set della sesta stagione.
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