Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana
va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!
È iniziata giovedì 29 novembre, in esclusiva su Mya (Mediaset Premium),
la quarta, strepitosa stagione di The Vampire Diaries, la serie firmata da Julie Plec e Kevin Williamson, stracult di questa
settimana.
I fratelli Salvatore (Ian Somerhalder e Paul Wesley), tornati sul piccolo schermo, stavolta si ritrovano con una bella gatta da pelare tra le mani: la loro bella Elena (Nina Dobrev) si è finalmente trasformata in vampiro.
Questa quarta stagione è la stagione del cambiamento, a tutti gli effetti, e quest’anno più che mai, il livello di hype è altissimo, grazie alla giusta dose di intrighi, colpi di scena e cliffhanger emozionanti che caratterizzano lo show.
I fratelli Salvatore (Ian Somerhalder e Paul Wesley), tornati sul piccolo schermo, stavolta si ritrovano con una bella gatta da pelare tra le mani: la loro bella Elena (Nina Dobrev) si è finalmente trasformata in vampiro.
Questa quarta stagione è la stagione del cambiamento, a tutti gli effetti, e quest’anno più che mai, il livello di hype è altissimo, grazie alla giusta dose di intrighi, colpi di scena e cliffhanger emozionanti che caratterizzano lo show.
Abili ancora una volta a dosare gli elementi tipici del fantasy con
quelli del teen drama, Pec e Williamson possono dirsi soddisfatti dei risultati
raggiunti finora: merito degli ascolti stabili su quasi 3 milioni di spettatori
a episodio, un ottimo risultato per un network come la CW.
Al centro della storyline, in questa stagione più che mai, il triangolo
amoroso tra Damon, Elena e Stefan, ormai famoso quanto quello formato, negli
anni Ottanta, da Brenda, Dylan e Kelly in Beverly Hills 90210.
Nulla viene trascurato in The Vampire Diaries, e ogni particolare è messo in luce con la massima cura e attenzione: regia, sceneggiatura, colonna sonora, tutti elementi ancori saldi su un livello medio-alto seppur dopo quattro anni.
Nulla viene trascurato in The Vampire Diaries, e ogni particolare è messo in luce con la massima cura e attenzione: regia, sceneggiatura, colonna sonora, tutti elementi ancori saldi su un livello medio-alto seppur dopo quattro anni.
666 Park
Avenue,
horror serie della Abc, era senza dubbio uno degli show più attesi dell’anno.
Tratto dai romanzi di Gabriella Pierce, creato e prodotto da David
Wilcox, inizialmente il telefilm contava dalla sua non solo la fiducia di un
network forte e vincente come la Abc, ma anche, e soprattutto, un cast di tutto
rispetto e di grande effetto: tra i protagonisti infatti, Terry O’Quinn, l’indimenticabile
John Locke di Lost,
e Vanessa Williams,
Wilhelmina Slater in Ugly Betty nonché Renee Perry in Desperate
Housiwives.
A conti fatti però, la serie, già dopo i primi episodi, si è rivelata un
fiasco totale, sotto tutti i fronti, nonostante la strepitosa performance di
O’Quinn, encomiabile anche in un ruolo diversissimo da Locke, che ha fatto sì
che lo amassimo così tanto.
Superfluo spendere parole sulla trama della serie: immaginate tutti i luoghi comuni che avete fino a oggi in un qualsiasi film horror di serie b, e avrete la storyline di Park Avenue.
Allucinazioni senza senso, corridoi deserti, bambine con un bambolotto in mano, uccelli neri che escono dalle pareti, sussurri nella notte, cantine infestate di spiriti e presunti colpi di scena che spesso e volentieri non sono nient’altro che sogni.
Una protagonista scialba e poco espressiva, un cast bizzarro che fa da contorno, e quel sussulto sul divano tanto inseguito dagli autori, che alla fin fine non arriva mai concretamente.
Superfluo spendere parole sulla trama della serie: immaginate tutti i luoghi comuni che avete fino a oggi in un qualsiasi film horror di serie b, e avrete la storyline di Park Avenue.
Allucinazioni senza senso, corridoi deserti, bambine con un bambolotto in mano, uccelli neri che escono dalle pareti, sussurri nella notte, cantine infestate di spiriti e presunti colpi di scena che spesso e volentieri non sono nient’altro che sogni.
Una protagonista scialba e poco espressiva, un cast bizzarro che fa da contorno, e quel sussulto sul divano tanto inseguito dagli autori, che alla fin fine non arriva mai concretamente.
Stracotto come pochi
altro, 666 Park Avenue ha avuto però vita breve, e qualche settimana fa, l’Abc
ha deciso di cancellarlo al tredicesimo episodio, stesso destino riservato,
purtroppo, anche a Last Resort. Niente paura però (neanche stavolta
riescono a spaventarci): gli autori hanno promesso che entrambe le serie non
avranno un finale aperto ma una degna conclusione.
stargirl, ti amo!
RispondiElimina(e se metti foto come quella di VD ti amo ancora di più...)