lunedì 1 agosto 2016

NEWS - Netflix, è passata la moda? Abbonati in fuga, il titolo crolla...Finirà come Blockbuster?

Articolo tratto da "Italia Oggi"
Netflix piange: incrementa assai meno del previsto il numero dei suoi abbonati e crolla in Borsa. Battuta d'arresto o esplosione di una bolla? E poi: questa crisi è una buona o una cattiva notizia? Per molti versi buona, anzi ottima. Vediamo perché. Netflix, la tv online più celebre e temuta (dai network televisivi tradizionali) del mondo, si è imposta, con 87 milioni di abbonati, grazie a una semplicità di accesso e di ricerca, unita a una vastità di scelte e a un'economicità di prezzo, senza precedenti. Ma il vero boom, la web-tv su cavo l'ha ottenuto meritoriamente indovinando alcune «fiction» che l'hanno consacrata e fatta amare. E qui, direbbe Totò, casca l'asino. I successi imperniati sulla creatività hanno il difetto di essere effimeri e reversibili, perché tale è la natura umana: oggi ci piace l'operetta, e ci andiamo tutti pazzi, domani passa la moda, arriva quella del rock'n roll e l'operetta resta un gusto di pochi. La Metro Goldwin Mayer era la numero uno ed è fallita... Questo gioco dei cicli emotivi fa parte dei nostri archetipi e guai, guai seri, se le tecnologie lo distruggessero: la nostra creatività, che ci distingue dalle bestie, finirebbe tritata da un algoritmo, e non da esso potenziata come lo fu dalla macchina per scrivere o dalla cinepresa. Quindi? Semplice: le serie di maggior cassetta di Netflix «tirano meno», perché tutte le mode passano; e i giocherelli digitali graditi agli abbonati non sono la «killer application» (la «trovata assassina», per usare il solito gergo da fessi) che si pensava. Tutto qui: ed è qui anche la buona notizia, che la creatività fa ancora e sempre la differenza. Piccolo-grande corollario: potersi scegliere in pace, tra infinite opzioni, ciò che si preferisce vedere è bello. Ma non è l'unico modo gradevole di vivere. Scegliere costa fatica, innanzitutto. E limita l'esplorazione almeno quanto appare agevolarla, perché fatalmente si tende a scegliere cose note o almeno fantasticate, ma l'ignoto si tende a scartarlo. I vecchi palinsesti televisivi prescrittivi (alle 20 il tg, alle 20,30 la satira, eccetera) sembrano stantii, ma sono confortevoli, come tutte le abitudini. «Arto', fa' caldo, sto' stanca, vedi che fanno su Raiuno», è e rimarrà un'esigenza anti-scelta. Quindi Netflix non sarà il cianuro dei network televisivi tradizionali, li affiancherà senza soppiantarli. Ce lo ricordiamo Blockbuster? Sottocasa, migliaia di film da scegliere e affittare per poco, e ti compravi pure i pop-corn. E' durato dieci anni. E del resto, per finire con un sacrilegio, anche al colosso Sky, re delle comode tv a pagamento, se togli il calcio e il porno quanto business resta?

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